sabato 2 aprile 2011

Theo Janssen, l'architetto del Twente

Bacco, tabacco e un sinistro che non si dimentica. Theo Janssen è decisamente un calciatore non convenzionale. A prima vista sembra un catalogo ambulante di tatuaggi, ma una volta messo piede in campo si trasforma nel giocatore più efficace di tutta la Eredivisie. E’ lui il cervello di un Twente ancora in corsa per il proprio triplete: campionato (il club di Enschede è secondo ad un punto dal PSV Eindhoven), coppa nazionale (in finale contro l’Ajax) ed Europa League (ai quarti contro il Villarreal). Janssen avrebbe potuto avere una carriera alla Wesley Sneijder, se solo avesse voluto. Invece nel 2001 sbadigliava agli allenamenti dell’Olanda under-20 di Louis van Gaal impegnata al Mondiale di categoria in Argentina, dichiarando incautamente a un giornalista: “non vedo l’ora di raggiungere i miei amici sulla spiaggia di Salou, in Catalogna”.

Janssen non ha mai rinunciato alla birretta in compagnia, e talvolta nemmeno ai giri successivi. Nel novembre 2009 il Twente lo ha sospeso per due mesi dopo per un incidente d’auto da lui causato per guida in stato di ebbrezza. Il suo amico di bisbocce Kevin Moeliker, portiere dilettante del Lienden, ha parzialmente perso l’udito. Lo scorso anno, durante i festeggiamenti per il titolo nazionale, Janssen si è catapultato fuori dal pullman in corsa del Twente per recuperare una cassetta di Grolsch, la birra di Enschede, caduta in strada. E la mezza dozzina di sigarette quotidiane? “Basta che eviti di presentarti agli allenamenti con una tra le labbra”, gli disse l’allora tecnico del Twente Fred Rutten al suo primo giorno di lavoro con i Tukkers. Domenica lo ritroverà sulla panchina del PSV per la sfida-scudetto.

In un Inter-Vitesse di coppa Uefa, stagione 2000-2001, un ragazzino dal sinistro fatato aveva incantato la platea con tocchi di qualità, mettendo in ombra il più quotato connazionale Clarence Seedorf. Dieci anni dopo, ecco di nuovo l’incrocio con i nerazzurri: 2-2 a Enschede, con Janssen che firma su punizione il primo gol del Twente nella storia della Champions League. Tra gli avversari c’era Sneijder, uno dei suoi più grandi estimatori. Gli ha consigliato l’Italia. Perché sulla soglia della trentina Janssen, 14 gol stagionali, ne ha abbastanza della Eredivisie. Finalmente è pronto per lasciare casa. In quale direzione? Geen idee, si dice in Olanda. “La Bundesliga è bella”, dice, “così come la Premier League e la Serie A. E come mia moglie”. Almeno alle tentazioni di Venere ha saputo rinunciare.

Fonte: La Gazzetta dello Sport - Extra Time

1 commento:

  1. Gli hai leggermente fortuna Alec, visto quello che oggi ha combinato!

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