martedì 5 aprile 2011

Questione di Klaas

A volte ritornano, e lo fanno con il dente un pizzico avvelenato. “A Milano ho scoperto i musei e i beni artistici della città. Un’esperienza assolutamente affascinante”. Parola di Klaas-Jan Huntelaar, che però nel capoluogo lombardo non era arrivato per fare il turista, bensì il calciatore. Ma San Siro, proprio nell’anno in cui consacrava il connazionale Weley Sneijder quale stella di prima grandezza del panorama internazionale, a Huntelaar ha riservato solamente un ruolo da comparsa, tanto da fargli perdere il treno dei Mondiali. L’olandese in realtà in Sudafrica ci è andato lo stesso, ma la stagiona trascorsa in semi-naftalina nel Milan gli avevano fatto perdere posizioni nelle gerarchie oranje.

Sebbene in condizioni fisiche tutt’altro che ottimali per i postumi di un infortunio al ginocchio, questa sera Huntelaar torna sul luogo di un delitto che non c’è mai stato. San Siro, ovvero la grande occasione mancata. “Non ho mai percepito la piena fiducia dell’ambiente Milan nei miei confronti. Anche se giocavo bene una partita, la domenica dopo mi ritrovavo nuovamente in panchina”. I sassolini nelle scarpe sono numerosi. “In squadra c’erano giocatori che in Olanda sarebbero stati messi alla porta dopo un paio di giorni, perché assolutamente nulli in fase di possesso palla. Però sapevano difendere molto bene, e in Italia questa è l’unico requisito richiesto a un difensore. Il non far giocare l’avversario è un’arte per voi”.

Huntelaar ha chiesto di lasciare il Milan il giorno in cui è stato annunciato l’arrivo di Ibrahimovic. Ma allo Schalke 04, dopo un inizio devastante (7 gol nelle prime 10 partite di Bundesliga disputate), l’olandese si è inceppato, e nel 2011 il suo score è ancora fermo a zero. Roba che nemmeno nel Milan di Leonardo, quando veniva schierato fuori ruolo come ala destra, proprio lui che è una prima punta pura alla Filippo Inzaghi (il suo modello dichiarato). Alibi dei quali nello Schalke non ha mai avuto bisogno. Tantomeno ne avrà a San Siro, nel suo vecchio stadio e contro il suo vecchio allenatore. Altrimenti gli toccherà riscoprirsi turista culturale anche a Gelsenkirchen.

Fonte: Il Giornale

Nessun commento:

Posta un commento