venerdì 5 marzo 2010

Il caso Jens Toornstra




Fino a qualche settimana fa Jens Toornstra era un calciatore conosciuto solo dai propri genitori. Oggi è un piccolo caso nazionale. La sua è una storia già sentita anche al di fuori dei confini olandesi. Parla di un ragazzo che nel giro di pochi mesi è passato dal campionato dilettanti ad una maglia da titolare nella massima divisione nazionale. Nel suo caso, l’esordio è avvenuto con la maglia dell’Ado Den Haag il 4 dicembre 2009, trasferta a Kerkrade contro il Roda (1-1 il risultato finale). Nel 2010 il 21enne che studia economia e finanza non ha ancora saltato un incontro.
Un paio di settimane fa Toornstra ha incrociato i tacchetti con Mitchell Donald, talento uscito dal vivaio dell’Ajax che aveva fatto furore nelle selezioni giovanili dell’Olanda, e che è finito in prestito al Willem II per accumulare minuti ed esperienza, nonché ristabilirsi pienamente da un brutto infortunio. La scorsa stagione Donald debuttava con la prima squadra dell’Ajax, mentre Toornstra se la sfangava con i dilettanti dell’Alphense Boys, Tweede Klasse C, distretto West II. Nell’incontro tra Ado e Willem II Toornstra, schierato interno sinistro in una mediana a tre, ha schiantato Donald, interno destro, sotto ogni punto di vista: atletico, tecnico, fisico e decisionale. Qualcuno si è chiesto, non a torto, come fosse possibile per un ragazzo che fino a pochi mesi prima si allenava solamente due volte alla settimana e giocava per divertimento alla domenica, imporsi così nettamente su un pari età (i due sono separati da appena tre settimane) abituato da anni ai ritmi del professionista. E soprattutto come fosse possibile che questo ragazzo non fosse mai stato notato da alcun osservatore dei club di Eredivisie. I quali setacciano capillarmente il mondo intero alla ricerca del potenziale affare, non lesinando nello stipulare contratti importanti che vanno a gravare sulle già poco floride casse societarie (in Eredivisie solo tre club su 18 rispettano la regola istituita dalla Federcalcio, la quale prevede che gli stipendi non incidano più del 40% sui costi complessivi della società), e magari sono anche i primi ad importare “pacchi” griffati da qualche vivaio importante (vedi i casi Maaroufi e Kerlon); nelle province a loro limitrofe però, non guardano nemmeno.
La fortuna di Toornstra ha un nome ed un cognome: Kees Jansma, addetto stampa della nazionale olandese, produttore televisivo nonché capo della redazione sport dell’emittente Sport1. Jansma ha una passione: gli Alphense Boys, squadra della quale difficilmente perde un incontro. Dopo aver visto il giovane talento crescere attraverso la classica trafila delle selezioni giovanili fino ad arrivare con profitto in prima squadra, il boss dei media oranje si è attivato per farlo visionare da un osservatore delle giovanili dell’Ado Den Haag. Pochi mesi fa Toornstra ha messo piede per la prima volta nel centro sportivo dei giallo-verdi. Oggi è titolare fisso. Per chi ama vedere il bicchiere mezzo pieno, una bella storia di calcio. Per gli altri, una montagna di dubbi su tanti addetti ai lavori.

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