giovedì 16 dicembre 2010

Preview Juventus-Manchester City: intervista a Vincent Kompany

100 milioni di sterline investite solamente nel 2010. Come gestite la pressione del dover vincere ad ogni costo?
Da professionisti, lavorando ogni giorno e prestando poca attenzione a quello che si dice su di noi. In pochi anni il Manchester City è passato dal Championship all’elite della Premier League. Prima non ci considerava nessuno, oggi tutto vogliono batterci. Dobbiamo abituarci alla nostra nuova dimensione.

Gli scontri Tevez-Mancini, le intemperanze di Balotelli. Il City non fa notizia solamente per i risultati sul campo.
I giornali credono che noi leggiamo tutto ciò che scrivono, ma non è così. Le critiche fanno parte del gioco, ma noi andiamo avanti per la nostra strada.

Balotelli in Italia non gode di una buona stampa.
Mario è un giocatore importante, ed ha avuto un impatto immediato nel Manchester City segnando al debutto in Europa League. So che è partito dall’Italia lasciandosi alle spalle una scia di polemiche, ma qui la mentalità è diversa. In Inghilterra tutto ruota attorno al calcio. Finisci sui giornali per qualche vicenda extra-calcistica? Ok, se ne parla, ma non ci si sofferma per settimane su quello. Alla fine vieni giudicato solo per quello che fai in campo, e sarà così anche per lui.

Cosa è cambiato a Manchester con l’arrivo di Mancini?
Organizzazione e cura della fase difensiva, che sono i due punti cardine della sua filosofia. Lui dice sempre che una buona squadra si costruisce dalle retrovie, e i risultati gli stanno dando ragione. Siamo la miglior difesa della Premier. Tatticamente poi Mancini è un autentico maestro.

E nella gestione dello spogliatoio?
Come dicevo prima, siamo professionisti. Le incomprensioni ci sono anche nelle piccole squadre. Ciò che conta sono i risultati. Un giocatore come Tevez sarà sempre ricordato per i gol, non per le dichiarazioni.

Quanto conta per voi l’Europa League?
Molto. E’ un trofeo, non ne vinciamo uno dal 1976 (la Coppa di Lega, nda). Non possiamo permetterci di snobbare alcuna competizione. Ogni partita a livello internazionale regala esperienza, fondamentale per un gruppo come il nostro che lavora per aprire un ciclo. La Juventus? A Manchester ha strappato un pareggio molto generoso.

Una parola sullo sceicco Mansour.
E’ un proprietario che non aggiunge ulteriore pressione a quella già esistente. Non entra nelle questioni tecniche, mantiene sempre un basso profilo e rispetta molto i ruoli e le persone. Il Manchester City è la sua squadra, non il suo giocattolo.

Fonte: Il Giornale

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