giovedì 30 dicembre 2010

Papa nero (e felice)

Quando il calcio assomiglia ad una fiaba natalizia. Arriva dal Belgio la classica storiella, tutta buoni sentimenti e lieto fine, che piace tanto ascoltare durante le festività. Il protagonista è un 20enne di Dakar, Papa Sene, passato nel giro di pochi mesi da immigrato clandestino in calciatore professionista di notevoli prospettive future. Da gennaio il senegalese è stato infatti ingaggiato dal club di prima divisione belga del Cercle Brugge, ponendo fine ad un’esperienza in Europa vissuta pericolosamente ai margini della società.

Il 15 maggio 2009 Papa Sene faceva il suo ingresso in Belgio privo di alcun regolare permesso di soggiorno. Era fuggito da Saragozza, dove si trovava con la nazionale senegalese under-18 per un torneo giovanile. Non se la passavano molto bene i ragazzi senegalesi perché buona parte dei soldi a loro destinati finiva nelle tasche del team manager della selezione. Per un giovane che, come migliaia di propri coetanei, sognava di sfondare nel calcio europeo, l’idea di rientrare a Dakar dove nessuno veniva a vederti non era propriamente allettante. Ecco pertanto la scelta della fuga.

Papa Sene ha utilizzato i pochi soldi di cui disponeva per comprarsi un biglietto aereo sulla tratta Barcellona-Bruxelles, e dopo qualche giorno ha chiesto asilo al governo belga, finendo alloggiato in un campo militare. Poi è arrivato il trasferimento nel comune di Menen, nelle Fiandre Occidentali. Un francofono come Papa Sene in mezzo ai fiamminghi. Un impatto ambientale e culturale ancora più difficile. Il senegalese però sa giocare a calcio, un viatico di integrazione fenomenale. Le sua capacità non sfuggono al presidente del centro di accoglienza di Menen, Thomas Peirsegaele, che grazie ai propri contatti riesce ad aggregarlo alla squadra locale, iscritta alla quinta divisione del campionato belga.

Inizialmente Papa Sene, ancora in attesa di risolvere i propri problemi di passaporto, gioca con la selezione giovanile. Debutta con una tripletta, poi arriva la prima squadra, nella quale mette a segno 17 gol. La voce circola. In estate arriva il duplice salto di categoria. Papa ene diventa un giocatore del KVV Koksijde, Derde Klasse, la Lega Pro belga. La società gli offre un appartamento, lo manda a lezioni di fiammingo e gli trova un impiego part-time: operaio tuttofare presso il dipartimento di polizia cittadino. Per Papa Sene arriva nella coppa di Belgio, che vede il Koksijde sorteggiato contro il Genk, capolista della massima divisione, per i sedicesimi di finale della competizione. Pochi mesi dopo il senegalese si troverà dall’altra parte della barricata.

Tra i numerosi club che si sono messi sulle sue tracce nell’ultimo periodo l’ha spunatato il Cercle Brugge di Bob Peeters e del suo vice Lorenzo Staelens, che ha paragonato il senegalese ad uno dei migliori prodotti usciti dal club fiammingo: l’attaccante Tom De Sutter, oggi sfortunato (in quanto massacrato dagli infortuni) protagonista nell’Anderlecht. Papa Sene, che nel frattempo ha visto accettata la propria richiesta di asilo, ha firmato un contratto fino al 2013. “A 16 anni feci uno stage nel Lione, ma ebbi un incidente in moto e il pedale mi spezzò la tibia. Tornai a casa temendo di non poter più giocare a pallone. Quattro anni dopo sono diventato un professionista, felice di non essermi mai arreso”. Proprio una tipica storia di Natale.

Footballstories.net

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