I plebisciti vanno sempre maneggiati con cura. Lo ha imparato a proprie spese l’Elfsborg, che alla vigilia dell’Allsvenskan 2009 godeva, per la vittoria finale, di un consenso degli addetti ai lavori pari al 75%, con i pronostici rimanenti indirizzati verso l’IFK Göteborg. Corsa a due, insomma, come si è puntualmente verificato. Solo che a spuntarla, proprio a danno dell’IFK, è stato l’AIK Stoccolma, club di un quartiere (Solna) della capitale che non vinceva più niente dal 1998. Proprio alla fine di quell’anno un giovane centrocampista di nome Daniel Tjernström aveva deciso di lasciare il suo club, l’Örebro, per raggiungere le fila dei neo-campioni, convinto che da quel momento la sua carriera sarebbe stata piena di vittorie. Le cose non sono andate esattamente così; Tjernström ha dovuto attendere undici anni, nei quali ha vissuto anche l’onta della retrocessione nel Superettan (la serie cadetta svedese), prima di poter gioire. Il destino ha però voluto che fosse proprio lui, oggi 35enne, a siglare la rete decisiva all’ultima giornata nel big match contro l’IFK, vinto dall’AIK in rimonta 2-1. Messo in cassaforte il titolo nazionale, gli uomini di mister Mikael Stahre hanno chiuso in trionfo la settimana successiva centrando il primo double della loro storia grazie al 2-0 rifilato nuovamente all’IFK nella finale di coppa di Svezia. Un successo targato Sudamerica grazie alle reti della coppia d’attacco Ivan Obolo, argentino, e Antonio Flavio, brasiliano, anche se la vera arma in più dell’AIK durante tutta la stagione è stata la difesa, solida e concreta, guidata dall’esperto centrale olandese Jos Hooiveld, già campione di Finlandia nel 2008 con l’Inter Turku. Spettacolo poco, efficacia tanta; una ricetta che il popolo del Råsunda Stadium ha mostrato di gradire. L’IFK Göteborg, a lungo capolista, ha pagato più degli altri l’annoso problema delle cessioni a stagione in corso (tallone d’achille dei tornei nordici, sfasati a livello temporale rispetto al resto d’Europa), che hanno privato la squadra di due pezzi da novanta quali Pontus Wernbloom, finito all’Az, e Mattias Bjärsmyr (Panathinaikos), oltre ad un Robin Söder riconsegnato rotto dalla Svezia under-21 dopo gli Europei casalinghi di categoria. I Blavitt si sono consolati con l’elezione del figlio d’arte Tobias Hysén quale miglior giocatore del campionato. Nato mezzala, Hysèn è stato riconvertito in attaccante dopo un’esperienza flop in Inghilterra con il Sunderland; scelta felice, come dimostrato dalle 18 reti segnate quest’anno che gli sono valse il titolo di capocannoniere in coabitazione con il brasiliano Wanderson del GAIS Göteborg. Due le segnalazioni sui talenti del domani: l’attaccante dell’Helsingborg Rasmus Jonsson, svezzato in campo da un’icona assoluta quale Henrik Larsson (annunciato il proprio definitivo addio al calcio, e' atteso alla sua prima esperienza come allenatore nella serie cadetta svedese, alla guida del Landskrona) e il portiere del Trelleborg Viktor Noring, 18 anni e un posto come vice-Isaksson (la cui carriera è curiosamente iniziata proprio nel Trelleborg) prenotato già dai prossimi Mondiali. Nei bassifondi infine ha sorriso anche la Stoccolma che tifa Djurgården, nonostante la salvezza sia arrivata solamente al minuto 116 dello spareggio contro l'Assyriska (sconfitto 3-0 dopo lo 0-2 dell'andata). Nella capitale musi lunghi solo in casa Hammarby; 14 sconfitte nelle ultime 17 partite hanno significato l'addio all'Allsvenskan.
Fonte: Calcio 2000
martedì 5 gennaio 2010
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