Il 4-0 rifilato domenica ad un burroso Vitesse serve per la statistica e per il morale. Contro la Juventus a Torino però sarà tutta un’altra musica. La missione per l’Ajax presenta un coefficiente di difficoltà molto alto, ulteriormente incrementato dall’assenza di Luis Suarez. Ma gli ajacidi di Martin Jol non sono una squadra Suarez-dipendente. Lo era di più l’Ajax di Marco van Basten, dove per mancanza di alternative valide veniva chiesto al talento uruguaiano di cantare e portare la croce, sdoppiandosi nel ruolo di prima punta e di suggeritore. Ne sa qualcosa la Fiorentina, eliminata lo scorso anno ai sedicesimi di Uefa proprio dagli ajacidi . L’arrivo di Marko Pantelic al posto dello scialbo argentino Cvitanich ha regalato peso al reparto avanzato del club di Amsterdam. Con il danese Dennis Rommedahl a destra e il serbo Miralem Sulejmani, in rete all’andata, a sinistra, l’assenza di Suarez può essere dignitosamente surrogata. La difesa della Juventus deve insomma restare vigile.
Ad Amsterdam i bianconeri hanno sofferto il maggior dinamismo della mediana olandese, con l’indiavolato Eyong Enoh instancabile cacciatore di palloni e di gambe, ed il brillante Siem de Jong pericoloso negli inserimenti dalle retrovie, uno dei quali ha portato al palo nel finale che ha salvato la Juventus dal possibile 2-2. De Jong ha fatto ciò che ci si aspettava da Diego: svariare a cavallo tra la linea di centrocampo e quella d’attacco senza fornire punti di riferimento agli avversari. Ma se la Juventus risponde con le stesse armi, ovvero il miglior Diego, una squadra a trazione anteriore come l’Ajax non può che andare in difficoltà.
La Juventus ha colpito gli olandesi nel loro ventre molle: le palle alte. La fisicità di Amauri, innescata dai numeri di Del Piero, è stata la chiave di volta del match di andata. Jol ha tentato la carta dell’esperienza affiancando al giovane Toby Alderwiereld l’ex Barcellona Oleguer, spostando il titolare Jan Vertonghen sulla fascia sinistra. Una mossa che gli si è rivoltata contro, con Vertonghen principale responsabile della doppietta di Amauri. Il belga potrebbe pertanto essere riproposto nel suo ruolo originario al centro della difesa, lasciando spazio a sinistra alla spinta del baby Vurnon Anita. Se il terzino destro Gregory van der Wiel ha colpito gli osservatori per le sue imperiose discese sull’out destro (dimostrandosi però non altrettanto efficace nelle chiusure), Anita non gli è da meno dall’altra parte del campo. Meglio non correre rischi insistendo su Zebina.
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