mercoledì 16 febbraio 2011

Preview Roma-Shakhtar Donetsk

Dopo aver allenato Ronaldo, fenomeno in campo ma ingestibile fuori per pigrizia e appetito – tanto culinario quanto sessuale - nessun brasiliano può più far paura a Mircea Lucescu. Nei suoi sei anni di permanenza sulla panchina dello Shakhtar Donetsk, il tecnico rumeno ha portato nel gelo polare ucraino ben tredici giocatori verdeoro, otto dei quali tuttora in squadra. Più dalla Vyscha Liga, la massima divisione ucraina, lo Shaktar sembra insomma arrivare direttamente dal Brasileirão.

La famosa saudade? Per Lucescu è solo un luogo comune. “Nessun giocatore vive per il calcio come quello brasiliano”, ha dichiarato l’ex allenatore di Pisa, Brescia, Reggiana e Inter. “Più esso è lontano da casa, migliore è il suo rendimento”. Difficile dargli torto lanciando un’occhiata al recente palmares dello Shakhtar do Brazil: quattro titoli nazionali negli ultimi sei anni, una Coppa Uefa vinta nel 2009, la prima qualificazione in assoluto agli ottavi di Champions League centrata nella stagione in corso.

Unire Est Europa e Brasile è un esperimento tentato da molti, spesso con risultati risibili. I russi dell’Arsenal Tula importarono dieci carneadi in un solo colpo, accorgendosi ben presto che un semplice passaporto non fa un campione. Lo Shakhtar opera in maniera diversa; un network di osservatori setaccia capillarmente il mercato brasiliano alla ricerca dei migliori prospetti (ogni spedizione produce mediamente 120 cd di materiale da analizzare), quindi entra il campo il potere economico dell’oligarca Rinat Akhmetov, la cui capacità di spesa può competere con quella dei più ricchi club europei.

Non sorprende pertanto l’arrivo in Ucraina di giocatori quali Elano e Matuzalem, capaci poi di imporsi anche in campionati di alto livello quali Premier League, Liga e Serie A, o di gioiellini quali i vice-campioni del mondo under-20 Alex Teixeira e Douglas Costa. Quest’ultimo, trequartista di gran classe, è stato uno tra i migliori degli uomini di Lucescu nella fase a gironi, assieme ai bomber Eduardo (ex Arsenal, sua la rete che ha steso i Gunners consegnando agli ucraini il primo posto nel gruppo H) e Luiz Adriano, e allo specialista dei calci piazzati Jadson. Per trovare nello Shakhtar un giocatore non brasiliano di grande livello bisogna retrocedere sino in difesa, dove agisce il terzino destro croato Darijo Srna, uno dei migliori interpreti continentali del ruolo. La Roma è avvisata.

Fonte: Il Giornale

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