Papà Emanuelson era chiamato Gummimannetje, omino di gomma, tanto era dinoccolato e sgusciante sulla fascia sinistra. Un’ala fulminea che divenne un mito del calcio surinamese dopo aver fatto impazzire Wim Suurbier - non certo un terzinaccio qualsiasi - in un’amichevole tra Ajax e Robin Hood, la sua squadra nell’ex colonia olandese. Il neo-milanista Urby Emanuelson ha imparato i trucchi del mestiere proprio da papà. Al resto ci ha pensato il vivaio dell’Ajax, limando alcuni aspetti troppo naif – da giocoliere più che da calciatore moderno - per trasformarlo in un esterno polivalente capace di ricoprire qualsiasi posizione lungo l’intero out di sinistra.
Non è stato né facile né rapido. Nel 2005 l’allora 19enne Urby Emanuelson irrompe prepotentemente sulla scena internazionale con un super gol - un sinistro sotto l’incrocio che diventerà la specialita della casa in sette anni di Ajax - contro l’Australia al Mondiale under-20. Giocava indifferentemente interno sinistro e terzino. Ad Amsterdam però qualcuno getta acqua sul fuoco. “Emanuelson gioca troppo di fioretto”, dice Danny Blind, “come difensore deve imparare che ogni tanto la palla si può anche mandare in tribuna”. Nel 2008 la svolta, con l’arrivo di Van Basten in panchina. Emanuelson viene avanzato sulla trequarti, come ala sinistra del tridente. Non esce più dall’undici titolare, mostrando un deciso miglioramento delle proprie prestazioni anche in fase difensiva, cancellando le amnesie del passato che gli erano costate la convocazione ad Euro 2008 dopo essere stato uno dei protagonisti, due anni prima, nel successo dell’Olanda under-21 all’Europeo di categoria (il giocatore fu inserito nel Dream Team UEFA).
Urby Emanuelson è l’olandese numero tredici (considerando anche il pioniere Menno Knoote, anno 1906) a vestire la maglia del Milan. Sbarca in Italia con un bagaglio di oltre 200 partite da professionista, alle quali vanno aggiunte 13 presenze con l’Olanda. A 24 anni è un giocatore di esperienza internazionale, merce sempre più rara se si guarda ai prodotti dei vivai italiani. Il coetaneo, e neo-compagno di squadra, Ignazio Abate ne rappresenta il perfetto esempio. Quando Emanuelson debuttava in Eredivisie, Abate giocava nel Napoli in C-1; quando Emanuelson diventava campione d’Europa under-21, Abate non aveva ancora debuttato in Serie A.
Fonte: Il Giornale
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