lunedì 21 maggio 2012

Un business da miliardi di euro

Gli agenti dei calciatori navigano nell'oro. Per Mendes (procuratore di Cristiano Ronaldo) introiti da 369 milioni. L'italiano più famoso è Mino Raiola.

Il calcio odierno affoga nei debiti, ma nel mare dei bilanci in rosso c'è anche chi naviga comodamente a bordo di un lussuoso yacht: i procuratori. Il cui giro di affari si attesta attorno ai 400 milioni di euro annui, una cifra raddoppiata rispetto ai 200 stimati nel 2009 da un'indagine della Commissione Europea.

Questa volta i dati arrivano dalla Svizzera, e precisamente da Neuchatel, sede del Cies Football Observatory, che ha scandagliato il mercato dei trasferimenti dei 5 principali campionati europei: Premier League, Liga, Bundesliga, Serie A e Ligue 1. Per la prima volta sono stati messi nero su bianco i guadagni dei singoli procuratori e delle agenzie da loro gestite derivanti esclusivamente dalle commissioni sui trasferimenti (esclusi quindi rinnovi contrattuali e altri benefit). Ciò che emerge è un'industria che fattura non milioni, bensì miliardi di euro: 3,2 per essere precisi. A tanto ammontano i guadagni dei 20 procuratori re del mercato europeo.

Se nel ranking Uefa l'Italia scivola sempre più in basso, quando si passa dal calcio giocato agli affari non c'è Spagna o Germania che tenga. Solamente la Premier League, con i suoi 86.2 milioni di euro, supera la Serie A in quanto a commissioni pagate agli agenti. Per il resto, l'Italia supera la Spagna di 12 milioni e la Germania di 20. Quest'ultima non ha nemmeno un procuratore presente nella top 20 dei paperoni del mercato (il primo tedesco occupa il 29° posto), contro i 6 dell'Italia (prima anche nel numero di procuratori con licenza Fifa: 730), i 3 di Inghilterra e Francia, e i 2 di Stati Uniti e Olanda. Un dato che il Cies spiega con il forte investimento dei club di Bundesliga nei rispettivi vivai. Equazione semplice: maggiore è il prodotto interno, minore è l'esigenza di rivolgersi al mercato.

Il padrone del vapore dei procuratori batte bandiera portoghese: Jorge Mendes, avvocato. Con la sua Gestifute si avvicina ai 400 milioni di incassi in commissioni. È lui il capo dei capi al Real Madrid, potendo contare su un portafoglio comprendente Josè Mourinho, Cristiano Ronaldo, Pepe, Ricardo Carvalho e Angel Di Maria. La scorsa estate ha vestito di bianco, per 30 milioni, anche Fabio Coentrão. Di fronte a una tale concentrazione di potere, Jorge Valdano ha rassegnato le dimissioni da direttore sportivo. Mendes ha lavorato bene anche con l'altra squadra di Madrid, l'Atletico, curando il trasferimento del colombiano Radamel Falcao dal Porto per la cifra monstre di 40 milioni.

Alle spalle di Mendes c'è la multinazionale Wms (800 atleti di 20 discipline diverse) e l'argentino Hidalgo, che negli ultimi anni ha tolto la leadership del Sudamerica al brasiliano Juan Figer, oggi 86enne (Maradona, Socrates, Careca, e Gullit) ma ancora attivo con la Mjf. Poi arrivano gli italiani: Giuseppe Bozzo, Tullio Tinti e l'italo-olandese Mino Raiola. Quest'ultimo è ormai più famoso di tanti sui clienti: ex-pizzaiolo (curiose anche le origini dell'altro olandese in graduatoria, Rodger Lindse, che vendeva alberi di natale), sette lingue conosciute, network di amicizie pressoché illimitate. Vent'anni fa concludeva il suo primo affare: Bryan Roy dall'Ajax al Foggia. Oggi gestisce i mal di pancia di Ibrahimovic e Balotelli, offre consigli per gli acquisti agli allenatori amici (ad esempio Martin Jol, che una volta al Fulham si è portato a Londra Patim Kasami e Zdenek Grygera), e vede il podio distante "solo" 15 milioni.

A livello di club invece il maggior foraggiatore di procuratori al mondo risulta essere il Manchester City, che nel triennio 2009-2011 ha speso in commissioni 34.5 milioni di euro. Ma è riuscito a vincere la FA Cup e il titolo della Premier League, che ai «citizens» mancava da 44 anni.

Fonte: Il Giornale

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