martedì 22 dicembre 2009

Bilancio di metà stagione - parte II

Dodici nomi in evidenza nella prima parte della Eredivisie 2009/2010. Di seguito i restanti sei, sempre in rigoroso ordine alfabetico.

Willie Overtoom (Heracles Almelo): citazione singola che in realtà andrebbe spesa a tutta la squadra. E’ una storia da approfondire quella dei bianconeri di Almelo, da quattro stagioni ai blocchi di partenza con l’obiettivo della salvezza, che arriva con sempre maggiore anticipo. Quest’anno la pausa invernale li coglie addirittura al quinto posto. L’ex talento di scuola Az Overtoom, classe 86, la trafila delle nazionali giovanili interrottasi nell’under-19, si è ritrovato ad Almelo dopo essere finito persino tra i dilettanti. Le sue incursioni dalla mediana, che finora gli hanno fruttato 6 reti, rappresentano una delle armi più pericolose dell’Heracles.
Michal Papadopulos (Heerenveen): annata disastrosa quella dei Frisoni, i cui unici sussulti sono arrivati in Europa League (vittoria a Berlino, pareggio a Lisbona), competizione che comunque hanno già salutato. La continuità con il passato è rappresentata dall’ennesimo bomber messo in vetrina: dopo Huntelaar, Samaras e Afonso Alves, è il turno di Papadopulos, punta potente a segno in tutte e quattro le competizioni: Eredivisie, Europa League, Coppa d’Olanda e Johan Cruijff Schaal. Il tocco è piuttosto ruvido, lo stile rivedibile, ma il fiuto del gol c’è. Quest’anno in Frisia ci si deve accontentare.
Bryan Ruiz (Twente): meglio di Arnautovic, quello vero pre-Inter. Il nazionale costaricano ha fatto di tutto e di più nella sua prima metà stagione in Eredivisie, segnando (13 reti, delle quali le ultime 10 consecutive) e facendo segnare (5 assist). Ala, seconda punta, trequartista. Non c’è stato un solo istante in cui qualcuno abbia rinfacciato al Twente di averlo pagato al Gand quasi 6 mesi di euro, l’acquisto più costoso della Eredivisie 2009/2010.
Piet Velthuizen (Vitesse): il portiere olandese del futuro rischiava di diventare storia passata. Il Vitesse è una trappola, se si indossa la sua maglia troppo a lungo. Vedi Theo Janssen, che sta spiccando definitivamente il volo adesso che ha lasciato Arnhem. Velthuizen era un nome caldo due anni fa, si è raffreddato la scorsa stagione con prestazioni un pò scialbe, è tornato alla grande in quella attuale. Sicuro, attento, lucido. Tra Vorm e Stekelenburg, per Sudafrica 2010 può esserci un posto anche per lui. Poi però ciao ciao Vitesse.
Ron Vlaar (Feyenoord): campione di sfortuna. La presenza costante e prolungata in infermeria, durata quasi due intere stagioni, lo ha piegato senza spezzarlo. E il talento, una volta rimesso piede in campo, è tornato in superficie, intatto. Nel Feyenoord più logico e coerente visto da anni a questa parte (sentiti ringraziamenti a Mario Been) Vlaar è uno dei punti cardine, tanto da aver relegato in panchina l’esperto Hofland. Con il brasiliano Bahia forma una cerniera difensiva affidabile. E il club di Rotterdam ha scoperto che terminare le partite senza subire reti non è solo una leggenda metropolitana.
Demy de Zeeuw (Ajax): finalmente l’Ajax ha trovato il play, e il leader, che cercava vanamente da tanti anni. E’ proprio De Zeeuw, che rifiutò gli ajacidi ai tempi delle giovanili perchè troppo lontano da casa. Alla fine ad Amsterdam ci è arrivato lo stesso, passando per Deventer (Go Ahead Eagles) e Alkmaar (Az). Questi ultimi li ha lasciati da campioni d’Olanda, optando per l’Europa League piuttosto che per il palcoscenico della Champions. Premio alla lungimiranza. Per capire l’importanza di questo giocatore è sufficiente confrontare il rendimento degli anni passati degli ex compagni dell’Az Schaars e Mendes Da Silva con quello attuale. Da ricordare per le classifiche di fine anno una sua rete all’Heerenveen.

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