mercoledì 8 febbraio 2012

Sala e Guidetti, stelline del Nord

Ci vogliono gli stranieri per credere nei talenti italiani. E’ il paradosso contemporaneo del nostro calcio, che difetta non tanto nella produzione di prospetti di valore, quanto nella volontà di valorizzarli. In Italia bisogna attendere l’arrivo del Luis Enrique di turno per riportare a casa la stellina Fabio Borini, giustiziere dell’Inter nel weekend. Il giallorosso la gavetta l’ha fatta nel vivaio del Chelsea, raggiunto a 16 anni in fuga dal Bologna. Nello stesso anno emigrava, sempre in direzione Stamford Bridge, il 15enne Jacopo Sala, brillante esterno destro formatosi nelle giovanili dell’Atalanta. Anche per lui il 2012 è iniziato sotto la luce dei riflettori, grazie alla rete realizzata sabato contro il Bayern Monaco. Un pregevole tiro al volo di destro che ha regalato all’Amburgo il momentaneo vantaggio sui bavaresi, poi pervenuti al pareggio con Franck Ribery. Ma i giudizi più lusinghieri sono stati dedicati tutti a Sala, alla sua terza presenza con la maglia del club anseatico. Con tanti ringraziamenti a Frank Arnesen, ex direttore sportivo del Chelsea che, sbarcato ad Amburgo la scorsa estate, ha voluto testare alcuni prodotti dell’Academy dei Blues (Bruma, Tore, Rajkovic, Mancienne e, appunto, Sala) nella Bundesliga. Ovvero il giardino dell’Eden per il talento giovanile.

Per Cesare Prandelli però le buone notizie non arrivano solo dalla Germania, ma anche dall’Olanda, dove sta facendo furore lo svedese John Guidetti, attaccante classe 92 del Feyenoord autore di 14 reti (incluse due triplette, rispettivamente contro Twente e Ajax) in altrettante partite. Punta fisicamente imponente, ma anche rapida e mobile, nelle vene di SuperGuidetti (le magliette che lo ritraggono in un fotomontaggio con la divisa da Superman sono già un cult nei Paesi Bassi) scorre sangue italiano grazie al nonno paterno. Pertanto un pensierino i vertici degli Azzurri potrebbero farlo. Perché nel mappamondo di Guidetti, cresciuto in Kenya (il padre seguiva un progetto scolastico svedese a Nairobi) e calcisticamente formatosi tra Stoccolma (Brommapojkarna) e Manchester (City), l’Italia occupa una posizione importante: “A sei anni decisi di voler fare il calciatore dopo aver visto Roberto Baggio e Christian Vieri a Francia 98. Oggi mi piacciono Ibrahimovic e Balotelli: carattere forte e numeri da fuoriclasse”.

Fonte: Il Giornale

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