venerdì 1 giugno 2012

Kizito, homeless dalle pizze allea nazionale

Khartoum, 29 marzo 2012, minuto 34 di Egitto-Uganda. Il retropassaggio di Ghaly al proprio portiere è corto. Troppo. Per Fabian Derrick Ssubi Kizito è un gioco da ragazzi avventarsi sul pallone e spedirlo in rete. La Cenerentola Uganda è in vantaggio contro il sette volte campione d’Africa Egitto. Non durerà, ma a Kizito importa ben poco. Fino a qualche mese prima era un perfetto sconosciuto nel suo paese. Adesso eccolo idolo nazionale, in rete al debutto. Proprio lui, il ragazzo che sbarcava il lunario lavorando in pizzeria, che dormiva sui marciapiedi alla periferia di Rotterdam, e che tre anni fa aveva deciso di abbandonare il calcio.

Kizito ha 21 anni, e vive in Olanda da quando ne aveva 6. Aveva lasciato l’Uganda per raggiungere la madre, fuggita dal brutale regime di Idi Amin. Il padre invece è sempre stato latitante. Come migliaia di ragazzini, anche Kizito sogna un futuro da calciatore professionista. Ci prova a Breda, ma manda al diavolo l’allenatore e viene messo alla porta. La ruota sembra girare nel verso giusto quando, migrato a Rotterdam, supera un provino con l’Excelsior, il terzo club cittadino dopo Feyenoord e Sparta. Il primo anno viene premiato come miglior nuovo arrivo del club. Due brutti infortuni però bloccano la sua ascesa. Ha da poco compiuto i 18 anni quando decide di abbandonare. Nel frattempo la madre è tornata in Uganda e Kizito, complice la rottura di una relazione sentimentale, si trova solo, senza casa e senza soldi. Si mantiene con qualche lavoretto, continua ad andare a scuola e vaga per Rotterdam alla ricerca di un posto caldo dove dormire la notte.

Lo scorso novembre giunge in Olanda una giornalista ugandese per un’intervista con il centrocampista dell’Ajax Eyong Enoh. Mamma Kizito la conosce, e le presenta il figlio. “Mi vide giocare nel Leonidas (club amatoriale di Rotterdam, nda) e disse che giocavo bene a calcio”, ricorda il giovane. “Mi chiese perché non avevo mai fatto parte della nazionale ugandese. Ma io non sono più professionista – replicai. Lei fece un servizio su di me e lo mandò in onda una volta tornata in Uganda”. Poco tempo dopo è arrivata la chiamata del ct Bobby Williamson, per un provino. C’era un programma un’amichevole contro il Sudan, poi annullata. La partita successiva era quella con l’Egitto. Buona la prima per Kizito. Che la sera stessa, dopo aver incassato un “well done” da Williamson, è rientrato in Olanda. Dove ha ripreso subito a studiare, ad allenarsi e soprattutto a cercarsi una squadra.

Fonte: La Gazzetta dello Sport - Extra Time

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