In un’ipotetica sfida tra milionari del pallone, nessuno potrebbe battere l’oligarca ucraino Rinat Akhmetov nel rapporto soldi spesi/risultati ottenuti. A fronte di una capacità di spesa pari a quella dei più ricchi club europei, Akhmetov può mettere sul piatto una serie di risultati sportivi di assoluto spessore. In patria il suo Shakhtar Donetsk, forte di cinque titoli nazionali conquistati negli ultimi sette anni (e ci sono tutte le premesse perché anche l’edizione 2011-2012 della Vyscha Liga finisca nella bacheca dei Minatori), ha deposto la Dinamo Kyiv dal trono di regina d’Ucraina. In Europa l’ultima stagione è stata addirittura trionfale, con il club che ha raggiunto per la prima volta nella propria storia i quarti di finale di Champions League, venendo estromesso solamente dai marziani del Barcellona. Oggi Mircea Lucescu, tecnico in sella dal 2004 e vincitore nel 2009 della Coppa Uefa, è chiamato a consolidare lo status europeo conquistato Non è certo una missione impossibile.
Da tempo lo Shakhtar Donetsk è la squadra più brasiliana d’Europa. Dall’arrivo di Lucescu, sono oltre 15 i giocatori verdeoro ad aver indossato la casacca arancio-nera. Una politica che nei primi tempi aveva attirato diverse critiche al manager rumeno (il patron Akhmetov non interferisce nelle questioni tecniche della squadra, lasciando carta bianca al proprio allenatore), ma che nel medio periodo ha regalato allo Shakhtar una dimensione internazionale sconosciuta solamente qualche anno fa. Giocatori non acquistati come figurine per completare una raccolta, ma in quanto ritenuti funzionali a un preciso progetto tecnico. Lucescu può contare su un network di osservatori per il mercato brasiliano che produce una media a semestre di circa 120 cd di materiale da analizzare. E la famosa saudade? Per Lucescu è solo un luogo comune: “Nessun giocatore vive per il calcio come quello brasiliano. Più esso è lontano da casa, migliore è il suo rendimento”.
L’ultima finestra di mercato ha portato a Donetsk Alan Patrick e Dentinho. Il primo però non è stato inserito nelle liste Uefa, mentre il secondo ha già accumulato un discreto minutaggio in campionato. Ma il titolare nella posizione di esterno sinistro rimane il velocissimo Willian, uno dei veterani do Brazil della squadra, che forma assieme ai connazionali Jadson, Eduardo e Luiz Adriano un rombo offensivo di notevole spessore tecnico. Proprio il ritorno ad alti livelli dell’ex Arsenal Eduardo ha confinato in panchina il fantasista Douglas Costa. Stesso destino per Alex Teixeira, suo compagno di squadra nella Seleçao under 20 vice-campione del mondo 2009, chiuso da Jadson. Tra i non brasiliani, da segnalare l’esperto Srna e l’emergente Mkhitaryan, nazionale armeno riconvertito con successo in mediano dopo un inizio di carriera come esterno offensivo nel Metalurg Donetsk. L’anello debole resta la difesa, vulnerabile specialmente a sinistra e finora priva di un partner affidabile da affiancare a Chygrynskiy. Lucescu non ha ancora trovato il suo Thiago Silva.
LA STELLA - Luiz Adriano
Come il buon vino, migliora di anno in anno. Scuola Internacional di Porto Alegre, è in Ucraina dal 2006. Il meglio lo ha offerto nelle ultime due stagioni: 17 reti nella prima, 20 nella seconda. Non poteva essere che suo il primo gol dello Shakhtar nell’attuale Champions.
Fonte: Guerin Sportivo
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