I migliori acquisti stagionali del Basilea sono state le mancate cessioni di Xherdan Shaqiri e Granit Xhaka. Due gioielli prodotti dal sempre prolifico vivaio renano che lo scorso giugno hanno brillato agli Europei under 21 in Danimarca, giocando un ruolo chiave nel secondo posto finale della Svizzera, arresasi solamente di fronte al debordante talento spagnolo. Addirittura abbaglianti i lampi di Shaqiri, unico giocatore del torneo insieme a Mata apparso davvero fuori categoria nel contesto degli under 21. Una sensazione confortata lo scorso settembre dalla tripletta che ha schiantato la Bulgaria, mantenendo vive le chance della Svizzera di accedere ai play-off per l’Europeo 2012. Il Basilea non può pertanto che partire da questo esplosivo esterno destro di origini kosovare, la cui pazienza nel rimanere in patria senza farsi abbindolare dalla prima offerta del club tedesco, inglese o spagnolo di turno, ha finora dato i propri frutti.
Shaqiri è un giocatore maturo, sicuro dei propri mezzi, e pronto per fare la differenza anche a livello internazionale. Attorno a lui c’è un Basilea solido e non privo di frecce al proprio arco. I nomi di Huggel, Streller, Chipperfield e Alexander Frei non devono trarre in inganno; i renani sono tutt’altro che una squadra di pachidermi aggrappati solamente all’esperienza dei suoi veterani. Basta pensare a un portiere di notevoli mezzi tecnici quali Yann Sommer, rimasto imbattuto in quattro dei cinque incontri dell’Euro under 21. Oppure alle lucide geometrie del già citato Xhaka, campione del mondo due anni fa con la Svizzera under 19, che si gioca con l’ivoriano Yapi la maglia di play della squadra nel centrocampo a quattro. Oppure ancora al moto perpetuo di Fabian Frei (nessuna parentela con il bomber Alexander), reduce da un’esperienza positiva in prestito al San Gallo, nonostante la retrocessione del club.
Pur avendo iniziato la stagione un po’ in sordina (ma accadde anche lo scorso anno, senza però inficiare la conquista del secondo titolo consecutivo), quella guidata da Thorsten Fink è una compagine di buon valore in grado di togliersi qualche soddisfazione. L’importante è lavorare sodo sui punti deboli: la difesa innanzitutto, con la coppia centrale Kovac-Dragovic piuttosto lenta e macchinosa (ma l’argentino Abraham, finito quest’anno in panchina, non offre migliori garanzie). Inoltre in avanti non esistono alternative al duo Frei-Streller, con lo zambiano Tembo e il camerunese Zoua più efficaci come esterni che da punte centrali.
Nella stagione 2002/2003 il Basilea dei vari Yakin (Hakan e Murat), Gimenez, Rossi, Chipperfield e Zuberbuhler terminò a pari punti con la Juventus la seconda fase a gironi di Champions, mancando l’accesso alle semifinali solamente per differenza reti. Giorni di gloria che il club della presidentessa Gisela Oeri non è più riuscito a ripetere. Difficile lo faccia oggi. Ma da allora, nessun Basilea è stato qualitativamente tanto vicino a quella storico undici come l’attuale squadra di Fink.
LA STELLA - Xherdan Shaqiri
Nel 2001 entrava nelle giovanili del Basilea, dieci anni dopo è diventato l’icona del club. Dribbling, potenza e un sinistro che lascia il segno lo rendono attualmente il miglior calciatore svizzero. Se Gokhan Inler vale 20 milioni, quanto dovrebbe costare Shaqiri?
Fonte: Guerin Sportivo
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