Da quando Viktor Goncharenko siede sulla panchina del BATE, in Europa il club bielorusso ha compiuto progressi notevoli. Nel 2008 il BATE è stata la prima squadra del paese a qualificarsi alla fase a gironi di Champions League; l’anno successivo è arrivato il primo successo della propria storia contro una squadra, l’Everton, appartenente a uno dei primi tre campionati del ranking UEFA; nel 2011 infine, ecco l’accesso alla fase a eliminazione diretta dell’Europa League. Nessun club bielorusso aveva mai superato l’inverno in una competizione europea. Goncharenko ha anche stabilito un primato individuale: il 15 settembre 2008 al Santiago Bernabeu, nel match di debutto del suo BATE in Champions contro il Real Madrid, è diventato il più giovane allenatore di sempre a guidare una squadra nella massima competizione continentale. All’epoca aveva 31 anni e allenava già da sei. Figlio di un ingegnere deceduto in seguito alla radiazioni provocate dal disastro di Chernobyl, Goncharenko ha ereditato proprio dal padre la passione per il calcio, soprattutto per gli aspetti tattici e metodologici. Scontato quindi il passaggio diretto dal campo alla panchina quando, all’età di 25 anni, un grave infortunio ha posto fine alla propria attività agonistica.
L’ossatura dell’attuale BATE, lanciato in patria verso la conquista del sesto titolo bielorusso consecutivo (il quarto con Goncharenko), si basa sulla nazionale under 21 bielorussa che agli ultimi Europei di categoria è terminata al terzo posto, centrando la qualificazione alle Olimpiadi 2012. Non sorprende pertanto che, con un’età media di 24.4 anni, la rosa del BATE sia la seconda più giovane di tutto il campionato di Bielorussia (la sesta in Champions). Dal centrale Filipenko al jolly Baga, utilizzabile lungo tutta la corsia destra, fino ai centrocampisti Nekhaychik e Gordeichuk, per finire con il portiere Gutor, il migliore del lotto. Strepitoso con l’under 21 in Danimarca, dove grazie alle sue parate la Bielorussia ha addirittura sfiorato la finale costringendo la Spagna ai supplementari, l’estremo difensore ha confermato tutte le proprie qualità anche nei preliminari di Champions contro i lituani dell’Ekranas e gli austriaci dello Sturm Graz.
Accanto a questa onda giovane che ha permesso al calcio bielorusso di raggiungere risultati impensabili solamente qualche anno fa, nel BATE fanno la differenza due stranieri: il trequartista brasiliano Renan Bressan, a segno contro il Viktoria Plzen alla prima giornata di Champions, e l’attaccante serbo Mateja Kezman. Quest’ultimo sembrava ormai prossimo al pensionamento quando, dopo l’ennesimo flop (allo Zenit, preceduto dalle non felici esperienze con Chelsea, Atletico Madrid e Paris Saint Germain), aveva accettato di andare a giocare a Honk Kong. Lo ha ripescato il BATE, alla ricerca di un attaccante di esperienza capace di fare da chioccia all’ennesimo under 21, Skavysh, sopperendo nel contempo all’assenza per infortunio del nazionale maggiore Rodionov, fuori per almeno sei mesi.
LA STELLA - Renan Bressan
Nel 2010, alla sua prima stagione in Bielorussia, il brasiliano ha vinto la classifica marcatori, venendo votato anche miglior centrocampista del torneo. Gol ma anche assist, Bressan è l’elemento maggiormente tecnico, e imprevedibile, del BATE.
Fonte: Guerin Sportivo
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