Porto di Le Havre, una grigia mattina dell’ottobre 1937. Il transatlantico Île de France è pronto per salpare in direzione New York. A bordo c’è un’intera nazionale di calcio, in fuga da un paese dilaniato dalla guerra civile. L’Euzkadi, la selezione dei Paesi Baschi, parte per le Americhe seguendo l’esempio di numerosi connazionali, che avevano scelto l’esilio quale unica soluzione per salvare la propria vita e la propria identità. Bilbao si era arresa alle truppe del generale Francisco Franco, insorto poco più di un anno prima contro le autorità repubblicane nel Marocco Spagnolo, e fermamente intenzionato a sottomettere tutto il paese iberico. Le mete della diaspora basca sono principalmente Francia e America Latina. Per queste persone, l’unico punto di contatto con la terra natia è rappresentato proprio dall’Euzkadi, una selezione appositamente costituita per raccogliere fondi, attraverso partite a scopo benefico, da destinare all’esercito basco, alle vittime di guerra e agli esuli. Dopo un tour europeo iniziato nell’aprile del 1937, l’Euzkadi decide di portare la propria iniziativa di solidarietà oltreoceano. Diventerà l’unica nazionale ad aver partecipato a un campionato per club, la Liga Mayor del Distrito Federal messicano. Con un piccolo giallo: chi vinse il torneo 1938/39? Proprio l’Euzkadi, come sostiene la Federazione basca, oppure l’Asturias, come risulta dagli almanacchi della Federcalcio messicana? La questione è ancora aperta.
Prima di proseguire con la storia, una piccola ma doverosa premessa: nell'uso quotidiano i termini stato e nazione sono erroneamente considerati sinonimi. Il primo però si riferisce a un’entità politica e geopolitica, il secondo a un’entità etnica e culturale. È pertanto corretto parlare di nazionale dei Paesi Baschi, nonostante questa non sia mai stata riconosciuta dalla FIFA, in quanto non in possesso del requisito previsto dall’articolo 10 dello statuto del massimo organo calcistico mondiale: l’essere espressione di uno stato indipendente.
La prima versione della nazionale basca compare nel 1915 con il nome di Selección Norte, e include anche giocatori della Cantabria. Seguirà, agli inizi degli anni Trenta, una formazione chiamata Vasconia, che si limita però a disputare un paio di amichevoli contro una selezione catalana. La nazionale basca con finalità solidali, ribattezzata Euzkadi, nasce invece nel 1937 per mano del lehendakari (presidente del governo autonomo basco) José Antonio Aguirre, agevolato nell’impresa dal suo breve passato (solo 4 partite ufficiali disputate) come giocatore dell’Athletic Bilbao. Proprio i biancorossi costituiscono l’asse portante della formazione, alla quale contribuiscono con nove elementi, tra cui il portiere Gregorio Blasco – primo numero uno dell’Athletic a vincere il trofeo Zamora – e Guillermo “Bala Roja” Gorostiza – due volte Pichichi della Liga spagnola. Entrambi fanno parte dello storico blocco dell’Athletic che in sette stagioni vince quattro campionati e altrettante coppe di Spagna. L’allenatore dell’Euzkadi è Pedro Vallana, icona del piccolo club basco Arenas (condotto, da giocatore, a una storica vittoria della Coppa del Re nel 1919) nonché unico caso al mondo di atleta che ha partecipato a un campionato, la Liga del 28-29, sia come giocatore (una presenza) che come arbitro.
Mentre i gudari, i soldati del neo-costituito esercito basco, combattono strenuamente una battaglia senza speranza contro le meglio equipaggiate truppe di Franco, comprendenti anche “legionari” della Germania nazista e dell’Italia fascista, la selezione basca raccoglie fondi in giro per l’Europa, da Parigi a Praga, da Mosca a Tbilisi fino a Oslo e Copenhagen. Vengono giocate 20 amichevoli, e nel frattempo si pianifica la trasferta in America Latina. Tra i pochi a non salpare da Le Havre c’è una delle stelle dell’Euzkadi, Gorostiza. “Vado a Parigi a trovare mio padre”, dice al tecnico Vallana. Invece si precipita a Bilbao per arruolarsi tra le fila della milizia carlista anti-repubblicana, esempio di come non tutti i baschi fossero contrari a Franco (così come non tutto il clero era favorevole, il Real Madrid non era la squadra del Generalísimo e altri luoghi molto comuni ma poco reali).
La selezione basca giunge in Messico dopo uno scalo a New York e un altro all’Avana. Debutta battendo 5-1 il Jalisco State, quindi disputa altre nove amichevoli prima di spostarsi a Cuba. L’idea originaria prevedeva un viaggio in Argentina per una serie di partite di lusso contro Boca Juniors, River Plate, Independiente e altre big del campionato locale. La propaganda negativa proveniente dall’Europa, che descriveva i baschi come un manipolo di estremisti anarchici, provoca però un rapido dietrofront della Federcalcio argentina, su pressioni della FIFA. L’Euzkadi non è più gradita a Buenos Aires e dintorni. I baschi restano quindi a Cuba, affrontando club locali (a volte anche in campi da baseball) ma anche la selezione nazionale, per poi tornare in Messico. Quando la squadra viene iscritta alla Liga Mayor del Distrito Federal, il bilancio del suo tour, durato all’incirca un anno, è di 16 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte.
A partire dal 1933 in Messico esistono due campionati nazionali, entrambi dilettantistici: la Liga de Jalisco e quella del Distrito Federal. Alla seconda partecipano diversi club fondati da immigrati, come testimoniato dagli stessi nomi: Asturias, España, Germania. L’Euzkadi però è l’unica squadra a rappresentare una nazione intera. Un evento unico nella storia del calcio, il cui finale resta avvolto nel mistero. La Federcalcio messicana assegna il titolo 38-39 del Distrito Federal all’Asturias, forte di 17 punti raccolti in dodici partite, con i baschi secondi classificati a due lunghezze di distanza. La Federcalcio basca, e diverse pubblicazioni sulla storia del calcio nei Paesi Baschi, parlano invece di successo dell’Euzkadi, con 27 punti conquistati in diciassette partite. Una discordanza completa: sul numero degli incontri disputati, sul rapporto reti segnate e subite dalla nazionale “in esilio” (44-33 secondo i messicani, 65-37 per i baschi) e, buon ultimo, sul risultato finale. Inutili si sono rivelate le mail di richiesta di spiegazioni alla rispettive Federazioni: silenzio dal Messico, poche certezze dai Paesi Baschi, che hanno citato entrambe le versioni sottolineando però come i loro archivi ufficiali partano solo dal 1988.
L’Euzkadi si dissolve nel 1939, una volta terminata la guerra civile in Spagna con la vittoria di Franco. I giocatori ricevono 10mila pesetas a testa, poi ognuno per la propria strada. Molti non rientrano in patria. Tra questi Blasco, che resta in Messico e vince – questa volta senza alcun dubbio di sorta - il campionato 1939-40 con il Real Club España. Il tecnico Vallana invece sceglie l’Uruguay, non senza polemiche per aver abbandonato la nazionale basca due mesi prima dello scioglimento. Troverà un impiego come cronista sportivo e arbitro. La nazionale basca si riforma nell’agosto del 1979, scendendo in campo a Bilbao contro l’Irlanda. Il suo ultimo incontro è datato 25 maggio 2011, 2-1 all’Estonia a Tallin.
(ha collaborato Simone Bertelegni)
Fonte: Guerin Sportivo
venerdì 9 dicembre 2011
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