Per comprendere la filosofia Auxerre un aneddoto vale più di mille parole. Qualche anno fa il club della Borgogna stava trattando con il Roda l’acquisto dell’allora promettente nigeriano Tijani Babangida. Di fronte ai 3 milioni di euro chiesti dagli olandesi, l’Auxerre però fece immediata retromarcia. “Non se ne parla proprio”, disse Guy Roux, il tecnico dei transalpini all’epoca. “Con questi soldi da noi si costruisce una cattedrale”. Traduzione: niente spese fuori budget. I big, o potenziali tali, l’Auxerre preferisce costruirseli in casa. Qualche esempio? Eric Cantona, Philippe Mexes, Djibril Cissè, Basile Boli, Bernard Diomede. Il prossimo della lista potrebbe essere il 22enne centrocampista Delvin N’Dinga, un piccolo Vieira congolese già finito sul taccuino di numerosi club europei.
Da sempre Auxerre significa valorizzazione dei giovani. Lo dice la ragione sociale del club, Association de la Jeunesse Auxerroise, ovvero associazione della gioventù di Auxerre. Lo conferma la storia della società, da sempre all’avanguardia nello scouting e nella formazione. Quando poi la semina è particolarmente buona, ecco arrivare il palcoscenico più prestigioso, la Champions League. Dove alle eventuali carenze qualitative dell’organico si sopperisce con l’ingegno, come accaduto nell’ultimo turno. Privo dei propri attaccanti titolari, l’infortunato Jelen e lo squalificato Oliech, per affrontare l’Ajax il tecnico Fernandez si è inventato una prima linea di brevilinei rapidi e guizzanti, i classe 86 Quercia e Sammaritano, per sorprendere in velocità la difesa degli olandesi. Risultato: successo dell’Auxerre per 2-1 e qualificazione riaperta.
Nell’Auxerre zero stelle, dove l’unico giocatore over-30 della rosa è lo svizzero Gritching, il fuoriclasse vero siede in panchina. Jean Fernandez, seguace dei metodi di Arrigo Sacchi e talent scout di Ribery ai tempi del Metz, in estate è stato ad un passo dal sostituire Domenech quale ct della Francia. Alla fine ha prevalso Laurent Blanc, e lui ha potuto continuare a dedicarsi al suo laboratorio di talenti. A inizio stagione ha estromesso dalla Champions i milionari dello Zenit San Pietroburgo. Oggi è pronto a sfidare una big del calcio mondiale con una batteria di attaccanti, sei, i cui cartellini valgono, tutti assieme, la metà di quello del solo Robinho.
Fonte: Il Giornale
martedì 23 novembre 2010
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