Viaggio attraverso cento anni di calciatori olandesi in Italia. Il meglio, il peggio e le storie curiose (2)
Winston Bogarde. Chi di Olanda ferisce, di Olanda perisce. Dopo i fasti di Van Basten & co., la nuova ondata oranje del Milan si rivela un disastro. Davids, Reiziger, Kluivert e Bogarde. Quest’ultimo dura lo spazio di tre partite; giusto in tempo di mandare in rete l’attaccante dell’Udinese Oliver Bierhoff con uno sciagurato retropassaggio. Non si risolleverà più, a differenza dei citati connazionali. Bidone in Italia, Spagna e Inghilterra. Un vero mito alla rovescia.
Ronald Hoop. Nel 1996 sbarca a Palermo il “Van Basten nero”, almeno così dice un articolo dell’epoca. La realtà è ben diversa; 447 minuti giocati, una rete al Venezia, rosanero in B a fine stagione. Presidente era Giuseppe Ferrara, il cui braccino corto fece nascere numerose leggende metropolitane, tra cui quella che voleva Hoop venditore di perline alla spiaggia di Mondello per integrare la scarna busta paga.
Leonard van Utrecht. Misteri e ignoranza del calcio italiano. Cosa può spingere un club di Serie A ad acquistare un attaccante che in quattro stagioni di B olandese non era mai finito in doppia cifra, rimane un rebus pressoché irrisolvibile. Eppure il Padova anno 95/96 punta su di lui per centrare la salvezza. Che non arriverà, come non arriveranno i suoi gol (2 in totale, uno in A e uno l’anno successivo in B). Tornato in Olanda, ha continuato a non segnare.
Milan Berck Beelenkamp. Tre flop al prezzo di uno. Un blitz di Claudio Onofri nell’aprile 1998 porta a Genova i giovani Van Dessel, Van Kallen e Beelenkamp. Quest’ultimo è il Beckham olandese, ma solo per l’aspetto fisico. Per il resto è un difensore tecnicamente modestissimo, rimandato a casa dopo 14 presenze. Van Dessel invece, ricorda Onofri, “è diventato capitano del Roda ed ha stretto la mano a Paolo Maldini in Europa”. Quando si dice le soddisfazioni della vita.
Harald Wapenaar. Diceva che aveva scelto l’Udinese, ed il tranquillo Friuli, per sfuggire al caos di Rotterdam. Diceva di essersi innamorato della sabbia di Lignano. Diceva che la cucina italiana gliela aveva prescritta il medico. Di calcio parlava poco, eppure portava fortuna: due presenze in Serie A, Udinese-Juventus 4-3 e Udinese-Parma 2-1. Ma la tecnica e lo stile alquanto rivedibile di questo portiere non gli valsero la riconferma nemmeno come vice-Turci.
Fonte: Calcio 2000
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Se mi consenti, da tifoso milanista, accanto a Bogarde metterei Reiziger...che ne dici?
RispondiEliminaSi, direi che ci puo' stare. Bogarde è stato pessimo specialmente in rapporto ai minuti giocati, mentre Reiziger è stato molto piu' continuo in fatto di mediocrità, senza però raggiungere mai le bassezze del connazionale.
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