I nomi illustri non fanno una squadra. Lo sa bene il CSKA Mosca, che per raggiungere il suo miglior piazzamento di sempre – i quarti di finale - nella storia della Champions League, si è affidato allo sconosciuto Leonid Slutskiy, arrivato nell’ottobre 2009 per restituire un’identità ad una squadra scombussolata dalle non felici gestioni di Zico e Juande Ramos, quest’ultima durata la bellezza di un mese e mezzo. Maestri dal punto di vista economico piuttosto che da quello tattico. Ma in periodo di recessione, che ha colpito anche il nuovo Eldorado calcistico della Russian Premier League (vedi il fallimento del Fc Mosca), i tagli non guardano in faccia a nessuno. Tanto più quando si scopre, come ha fatto la squadra russa più vincente del nuovo millennio (tre titoli nazionali, cinque coppe di Russia e la Coppa Uefa nel 2005), che meno è meglio.
CSKA significa Club Sportivo Centrale dell’Esercito. Ai tempi dell’URSS era la squadra dell’Armata Rossa. Ai tempi della globalizzazione invece il suo comandante ha gli occhi a mandorla e i capelli platinati, si chiama Honda (nessuna parentela però con la famosa casa automobilistica nipponica) e guida un plotone comprendente serbi, cileni, cechi e brasiliani. Pagato 6 milioni di euro lo scorso gennaio agli olandesi del Vvv Venlo, Honda è destinato a raccogliere l’eredità di Daniel Carvalho, il grande protagonista della Coppa Uefa vinta cinque anni fa, quale cervello della squadra moscovita. La personalità non gli manca (nel Vvv era capitano nonostante non parlasse una sola parola di olandese), il talento nemmeno. Gli esordi sono più che confortanti: 2 gol nelle prime tre partite di campionato, più la rete decisiva, su punizione, che è valsa al CSKA il passaggio ai quarti di Champions ai danni del favorito Siviglia.
L’artiglieria del CSKA è pericolosa dalla lunga distanza. Le bombe da fuori di Milos Krasic (nazionale serbo ambito da numerosi club europei di prima fascia, 4 reti nell’attuale Champions) e Mark Gonzalez (cileno ex Liverpool e Betis) hanno colpito il Siviglia, sopperendo alla mancanza di una prima punta con il vizio del gol. Il ceco Tomas Necid infatti si è segnalato in Europa più come assist-man che in qualità di finalizzatore, mentre non è finora pervenuto il brasiliano Guilherme, stellina del Cruzeiro finita in doppia cifra nel 2007 e nel 2008, mai però a suo agio nel freddo del Luzhniki.
Detto del 19enne Dzagoev, il “nuovo Arshavin” passato nel giro di un anno dalle giovanili del Krylya Sovetov alla nazionale e al riconoscimento quale miglior giovane del calcio russo, il CSKA torna autoctono nelle retrovie con i fratelli Berezutski, l’esperto centrale Ignashevich, il mediano Aldonin e il “Santon russo” Shchennikov, 18 anni. Un pacchetto arretrato solido ma in difficoltà contro squadre dalla manovra veloce. In porta poi Igor Akinfeev, miglior portiere russo 2009, rappresenta una sorta di terno al lotto, capace di alternare prestazioni super, vedi il derby pareggiato 0-0 contro la Dinamo Mosca due settimane fa, ad errori imbarazzanti, come quello commesso venerdì scorso sul campo del Anzhi Makhachkala.
Per l’Inter una nuova campagna di Russia dopo quella dello scorso autunno contro il Rubin Kazan. Anche questa volta non sarà facile, nonostante l’obbligo del pronostico favorevole.
Fonte: Il Giornale
martedì 30 marzo 2010
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