E’ calcio vero quello della Coppa d’Africa. E’ calcio che vale la pena di seguire accantonando per un breve periodo i nostri campionati più seguiti. Un tuffo in un mondo ancora poco conosciuto, se non da qualche lungimirante osservatore (o, perché no, giornalista) e da molti schiavisti dell’era moderna, per i quali ogni giocatore è una potenziale fonte di guadagno prima ancora che una persona. Fine divagazione. L’edizione 2010 della Coppa d’Africa ha appena concluso la fase a gironi. L’occasione è propizia per qualche piccolo spunto.
Obiettivo primo posto centrato dall’Angola nel gruppo A. Le Antilopi Nere giocano un molto veloce, a volte arruffone, mai speculativo. L’assenza di un play nella mediana rende pressoché obbligatorio lo sfruttamento delle fasce, dove è emersa la qualità di Djalma. In avanti l’atteso Manucho non sta deludendo, ma meglio di lui sta facendo l’esperto Flavio, 3 gol in due partite. Non offre invece particolari sicurezze la linea difensiva a tre. La seconda qualificata, l’Algeria, è una squadra più efficace che bella a vedersi. Gli uomini di mister Saadane brillano per organizzazione e capacità di gestione dell’incontro, ma pur non risultando privi di un meneur de jeu (Ziani) degno di questo nome, faticano a trovare la via del gol. Il centravanti-boa Ghezzal, encomiabile per quantità, vede pochissimo la porta. Pertanto decidono sempre i difensori: Yahia uomo-qualificazione per Sudafrica 2010, Halliche match-winner contro il Mali (l’unico gol finora segnato dagli algerini nella competizione), Bougherra elemento più pericoloso, nonché migliore in campo, nel pareggio a reti bianche contro l’Angola. Terzo il Mali, grande delusione. Squadra molle, atteggiamento naif, la rimonta all’esordio contro l’Angola (da 0-4 a 4-4 in dodici minuti) una semplice illusione. La dorsale Sissoko-Keita-Kanoutè prometteva bene; i primi due però si reggevano in piedi a fatica (eppure il centrocampista del Barcellona è stato il migliore della spedizione), mentre Kanoutè ha fatto il suo. Le colpe non sono loro. Dignitoso infine il Malawi, alla sua seconda partecipazione in assoluto. Segnalazione per l’attaccante Russell Mwafulirwa, croce e delizia della squadra; in rete nelle due partite disputate (contro Algeria e Mali), ma autore anche di un clamoroso errore di testa a un metro dalla porta che, nell’ultimo match del girone contro il Mali, avrebbe potuto regalare al Malawi il momentaneo pareggio. E a quel punto gli algerini, bloccati sullo 0-0 dall’Angola, avrebbero cominciato a sudare freddo.
(1-continua)
martedì 19 gennaio 2010
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