Comunque vada, sarà senza gloria. La più brutta Olanda dai tempi di Louis Van Gaal (mancata qualificazione al Mondiale 2002) rimane aggrappata all’Europeo grazie a un puro calcolo matematico, ma anche in caso di qualificazione ci sarà poco da festeggiare. Da corazzata quasi imbattibile ad armata brancaleone nell’arco di due anni. Anzi, di pochi mesi, visto che fino allo scorso ottobre i tulipani potevano vantare l’invidiabile ruolino di sole 2 sconfitte (una delle quali - la finale Mondiale contro la Spagna - ai supplementari) in 42 incontri sotto la gestione Bert Van Marwijk.
Statistiche che hanno finito per contagiare l’ambiente con quel senso di superiorità che da sempre è stato uno dei principali talloni d’Achille dell’Olanda, spesso deludente proprio quando si è presentata ai blocchi di partenza da favorita (Italia 90, Euro 92, Euro 2000). L’abbondanza di talento, innegabile, ha fatto il resto. Con elementi quali Sneijder, Van Persie, Robben, Van der Vaart, Huntelaar e Afellay si sarebbe dovuti viaggiare sul velluto. Ed ecco quindi allenamenti blandi, libere uscite a go go e un clima fin troppo rilassato e vacanziero. “Quando sentiamo Snejider dichiarare che non c’è di nulla di cui preoccuparsi”, ha scritto il De Telegraaf alla vigilia, “cominciamo a essere seriamente preoccupati”.
La spremuta di oranje servita a Kharkiv da Danimarca e Germania non può evitare di chiamare in causa il ct Van Marwijk, l’anti-divo che due anni fa era riuscito nel miracolo di compattare uno spogliatoio pieno di galli nel pollaio. Ma il gioco è durato fino a quando hanno retto gambe e difesa, perché nemmeno in Sudafrica il gioco dell’Olanda fu scintillante. Le basi però erano solide, con le stelle protette da una nutrita colonia di “waterdragers” (portatori d’acqua) che costituivano una diga pressoché insuperabile. Giocatori che oggi, da Heitinga a Mathijsen fino all’impresentabile Van Bommel, hanno due anni e qualche acciacco in più sulle spalle. Che dire poi del ruolo di terzino sinistro, passato dal veterano Van Bronckhorst all’imberbe Willems, 18enne di belle speranze gettato però in un contesto troppo più grande di lui?
Se il conservatorismo può essere fonte di risultati, la sua versione estrema – l’immobilismo – risulta deleterio. E in questo Europeo Van Marwijk è sembrato pericolosamente simile al Lippi sudafricano, capitano che ha preferito affondare con la propria nave piuttosto che buttare a mare i reduci. Con la differenza che il Marcello nazionale la coppa del mondo era quantomeno riuscito a sollevarla. Il ct oranje si è invece fermato un passo prima. Ma il debito di riconoscenza verso quei giocatori, da Sneijder a Robben a Van Persie, che lo avevano portato a un passo dall’impresa non è mai venuto meno, indipendentemente da qualsiasi questione di natura atletica o tattica. Logico che i vari Huntelaar e Van der Vaart, esclusi per questioni di status, non abbiano gradito.
Contro la bestia nera Portogallo, battuto una sola volta in 10 incontri, l’Olanda si presenta con lo spogliatoio in frantumi, una condizione fisica approssimativa e il morale sotto i tacchi. Comunque vada, sarà senza gloria.
Fonte: Il Giornale
sabato 16 giugno 2012
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l'Olanda è stata la vera delusione del torneo continentale, con la sola attenuante di essere capitata nel cosiddetto "girone di ferro".. il fatto è che sarebbe toccato all'Olanda fare la parte del Leone in questo famoso gruppo (ovviamente assieme alla corazzata tedesca). Invece i giocatori sono parsi senza idea, sen'anima mi verrebbe da dire, spompati e scoraggiati, penso a Sneijder e Robben, affaticati e poco incisivi dopo una stagione monstre (Van Persie), acerbi seppur talentuosi come il terzino Willems. Che sia giunto il momento davvero di voltare pagina? Ciao Alec Gianni Gardon
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