L’ultima volta che l’Inter ha pescato dalla Eredivisie è rimasta pesantemente scottata, perché l’allora enfant prodige del Twente Marko Arnautovic si è presto rivelato un elemento assolutamente fuori controllo, molto più bravo a scialacquare il proprio talento piuttosto che a valorizzarlo. Un pericolo che Luc Castaignos non corre.
Trascorsa l’ovvia euforia per il trasferimento in una big del calcio europeo – temperata dai rimproveri dell’ex tecnico del Feyenoord Mario Been che in allenamento gli gridava “Inter” ogni volta che il giovane sbagliava qualcosa – Castaignos si è subito rimboccato le maniche per ambientarsi al meglio nella nuova realtà. Un precampionato brillante (di pregevole fattura il suo primo gol in nerazzurro, segnato al Celtic Glasgow nella Dublin Cup) ha diminuito il rischio di rimanere intrappolato nella solita girandola di prestiti, spesso più un danno che un vantaggio per i giovani talenti. L’avventura nerazzurra di questo attaccante olandese classe 92, nato da padre francese e madre di Capo Verde, è pertanto iniziata con il piede giusto; del resto non potevano esistere migliori premesse, perché Castaignos è più pronto per la Serie A di qualsiasi pari età italiano, tanto dal punto di vista dell’esperienza maturata in campo quanto sotto il profilo tecnico.
Fiore all’occhiello di uno di migliori settori giovanili olandesi, quello del Feyenoord, Castaignos è reduce da una stagione da titolare al centro del tridente d’attacco del club di Rotterdam, costretto da una situazione finanziaria critica a fare ampio uso in prima squadra dei prodotti del vivaio. Giovani la cui maturazione avviene partita dopo partita in campo, per poi regalare sollievo alle casse societarie attraverso un lucroso trasferimento. Una politica della quale Castaignos è un esempio perfetto: esordio a 17 anni in prima squadra nella stagione 2009/10, titolare l’anno successivo per sostituire il ritirato Roy Maakay. Castaignos dimostra di condividere con l’ex cecchino di Deportivo La Coruna e Bayern Monaco la rapidità di esecuzione e il feeling con la porta (chiude in doppia cifra a quota 15 gol), ma a livello tecnico il giovane oranje possiede qualità potenzialmente superiori. E sotto il profilo tattico si presta a più soluzioni, come più volte fatto notare dal diretto interessato (“non sono il classico attaccante da ultimi sedici metri”).
Originario di Schiedam, quartiere operaio sito nell’area sud-occidentale di Rotterdam, Castainos vanta una proficua esperienza con le nazionali giovanili olandese. Nel 2009 è una delle stelle dell’Olanda under-17 arrivata seconda agli Europei di categoria in Germania. Durante al torneo segna alla Turchia, alla Svizzera (in semifinale) e alla Germania (in finale), diventando con un 11 reti complessive il miglior marcatore di sempre degli oranje under-17. A due anni di distanza, nessuno dei talenti più brillanti di quella squadra (il playmaker Oguzhan Özyakup, il centrale Stefan de Vrij e il portiere Patrick ter Mate) può vantare una traiettoria professionale come quella di Castaignos, oggi fresco neo-convocato nella selezione under-21. Il baby olandese insomma è più di una scommessa.
Fonte: Guerin Sportivo
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