Tre anni fa non se lo filavano nemmeno in Giappone l’ivoriano Seydou Doumbia, oggi punta di diamante del CSKA Mosca e spauracchio numero uno per l’Inter in Champions. Un bomber già a quota 21 reti in stagione: 15 nel campionato russo (nel quale è attualmente in vetta alla classifica marcatori), 2 all’esordio in Champions nella trasferta di Lille, raddrizzata proprio grazie alle sue prodezze. Eppure dal 2006 al 2008 Doumbia, ennesimo prodotto di quella fabbrica di talenti che è l’ASEC Mimosas di Abidjan (da lì sono partiti i fratelli Tourè, Gervinho, Ebouè, Romaric, Kalou), sbarcava il lunario nel Sol Levante in maniera poco convinta e ancora meno convincente. “Problemi di passaporto bloccarono il mio trasferimento in Francia”, ricorda il diretto interessato, “e così dovetti accettare l’offerta dall’estremo Oriente”. Dove però prestazioni tutt’altro che brillanti lo avevano fatto scivolare fino alla J. League 2, la serie B giapponese, in prestito al Tokushima Vortis. Nella primavera del 2008 era davvero impossibile immaginare un futuro da protagonista per questo attaccante nato il 31 dicembre del 1987 a Yamoussoukro, capitale amministrativa della Costa d’Avorio.
Doumbia ha imparato a conoscere il calcio europeo in Svizzera, nello Young Boys, dimostrando una capacità di adattamento formidabile. Nella prima stagione a Berna è partito titolare con i gialloneri solamente otto volte, ma a fine campionato il suo bottino registrava 20 reti, spalmate lungo 1393 minuti giocati per una media di un gol ogni 69 minuti. Una performance impressionante (solamente Messi quell’anno poteva vantare una media-reti effettiva migliore) che gli ha permesso di vincere il suo secondo titolo da capocannoniere in carriera dopo quello conquistato in patria nel 2005 con l’ AS Denguélé. Il tris è arrivato nel 2009/10; con un posto assicurato al centro dell’attacco dello Young Boys, le reti sono salite a 30. Trasferitosi al CSKA nel luglio 2010 per 10 milioni di euro, Doumbia non ha cambiato abitudini: poche parole, tanti gol. In Russia nessuno meglio di lui negli ultimi quindici mesi. Eppure l’ivoriano è fuori dalla top 50 dei giocatori più pagati della Premier League russa.
Più che dal tecnico Leonid Slutsky, nell’ultimo mese la formazione del CSKA Mosca è stata fatta dall’infermeria. Fuori Honda, Necid, Gonzalez, Schennikov e – perdita gravissima - il “Buffon russo” Akinfeev. L’ex club dell’Armata Rossa ha iniziato a perdere i pezzi proprio quando la stagione è entrata nel vivo. Ma grazie al suo cecchino ivoriano che a molti bomber di Serie A può invidiare solo lo stipendio, rimane una squadra temibile per tutti.
Fonte: Il Giornale
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