Alcol, droga e gol: Jonathan Reis, classe 89, non è un calciatore che passa inosservato, anche se spesso finisce sulle prime pagine dei giornali per le ragioni sbagliate. Il talento cristallino lo ha finora tenuto a galla da uno stile di vita modello gioventù bruciata. Scovato giovanissimo dal PSV Eindhoven, è stato licenziato nel gennaio 2010 perché positivo alla cocaina. In estate però il club della Philips ha deciso di ingaggiarlo nuovamente, ripulito dalle droghe ma ancora in lotta con i propri demoni. Così lo scorso settembre Reis si è fatto pizzicare ubriaco alla guida della propria auto sulla strada che porta da Weert a Eindhoven. Lo ha salvato nuovamente il talento; il PSV lo ha tenuto in squadra, lui ha ricambiato con 9 gol in 16 partite prima di finire ko per un infortunio ai legamenti.
Assieme alla cessione di Ibrahim Afellay al Barcellona, proprio l’uscita di scena di Reis - avvenuta lo scorso 19 dicembre al minuto 17 di PSV-Roda - è stata alla base del lento declino del club di Eindhoven nella seconda parte del campionato. Gli uomini di Fred Rutten hanno chiuso al terzo posto, fallendo ancora una volta quel piazzamento Champions vitale per le casse tutt’altro che floride del club. Al PSV è mancato un bomber. Uno come Reis, attaccante dalla media reti di un gol ogni 100,4 minuti; nell’ultimo ventennio in casa PSV solamente Romario (91,6) ha fatto meglio di lui, mentre mostri sacri quali Ronaldo e Van Nistelrooy (entrambi a quota 124,9) sono alle sue spalle.
Reis è sbarcato in Olanda nel 2007 assieme ai connazionali Fagner Conserva Lemos e Cassio Ramos, e sin dalle prime apparizioni nelle giovanili del PSV è risultato chiaro quale dei tre fosse l’elemento di maggior prospettiva, ma anche quello più indisciplinato. Il repertorio è un classico del genere: ritardi agli allenamenti, vita notturna, feste. Reis si rompe due volte il piede sinistro, ma la seconda frattura è causata dalla rimozione prematura del gesso effettuata contro il parere dei medici. Poi viene spedito sei mesi in Brasile in prestito al Tupi, perché l’allora tecnico del PSV Huub Stevens non lo vuole più vedere nei pressi del De Herdgang, il centro di allenamento del club.
L’arrivo di Rutten nell’estate del 2009 rappresenta una nuova chance per Reis. Il brasiliano sboccia in autunno, segnando a raffica tra Eredivisie, Europa League e coppa d’Olanda. Nel ritiro invernale in Spagna però viene trovato positivo alla cocaina. Rifiuta di curarsi e il PSV rescinde immediatamente il contratto. Reis torna in Brasile dalla compagna e dal suo bimbo di pochi mesi, Caique. Decide di disintossicarsi. “Entrai in una comunità completamente isolata dal resto del mondo”, ricorda il giocatore. “Non potevamo uscire né telefonare né navigare in internet. La sveglia suonava alla sei di mattina, poi si andava a lavorare nei campi”. Un incontro nella città di Salvador con la sua vecchia squadra, che si trovava in tournee in Brasile, pone le basi per il suo ritorno in Olanda avallato da Rutten, il tecnico che più di tutti ha creduto nel suo recupero. Oggi per Reis è pronto un triennale e, forse, l’inizio di una nuova vita.
Fonte: La Gazzetta dello Sport - Extra Time
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