In Belgio i play-off piacciono a pochi. Questi pochi però contano tanto, dal momento che sono i club di vertice del paese: Anderlecht, Fc Brugge, Standard e Gent. Tanto basta a riproporre, per il terzo anno consecutivo, una formula che rischia di premiare non la squadra migliore, ma quella che arriva in fondo con più benzina nel serbatoio. I play-off prevedono un girone all’italiana, con partite di andata e ritorno, tra le prime sei squadre classificate, ognuna delle quali parte con la metà dei punti, arrotondata per eccesso, conquistati nella regular season. Prima e seconda entreranno in Champions, la terza andrà in Europa League mentre la quarta si giocherà l’altro posto nella coppa europea minore con la vincente dei play-off 2, torneo che include le squadre rimanenti, esclusi i due fanalini di coda.
I top club amano i play-off perché garantiscono più incontri di cartello. Ma il rischio boomerang è sempre in agguato. Un esempio arriva proprio dall’attuale stagione, dominata dall’Anderlecht: miglior difesa, secondo miglior attacco, miglior giocatore del campionato (l’argentino Suarez, premiato lo scorso dicembre). Con il vantaggio sulla seconda, il Brugge di Christophe Daum, ridotto a 3 punti, i bianco-malva ripartono quasi da zero. Con in più la tegola dell’infortunio a Suarez, che lo terrà fermo almeno tre settimane.
Rispetto allo scorso anno, quando finì primo nella regular season e terzo al termine dei play-off, l’Anderlecht è più squadra. Non dipende più solo dalle reti di un 18enne, Romelu Lukaku (il cui fratello minore, Jordan, ha debuttato con l’Anderlecht proprio due domeniche fa) , ma annovera diverse frecce al proprio arco. Gli attaccanti Mbokani e Jovanovic ad esempio, tornati a brillare in Belgio dopo i rispettivi flop con Wolfsburg e Liverpool. Oppure il centrale ungherese Juhasz, miglior difensore del campionato. L’uomo in più per mister Ariel Jacobs è però il jolly Guillaume Gillet, ex terzino riconvertitosi in bomber. E’ lui infatti il miglior marcatore stagionale della squadra con 17 gol reti, 12 delle quali in Jupiler Pro League.
Cresciuto come esterno destro (16 reti con l’Eupen nella B belga, stagione 05/06), Gillet era stato inventato terzino nel Gent da George Leekens, attuale ct del Belgio. Nell’estate del 2007 arriva il trasferimento all’Anderlecht, che necessitava un rincalzo per l’unico difensore destro di ruolo in rosa, il polacco Wasilewski. Un anno dopo Gillet decide la finale di coppa del Belgio proprio contro il Gent, trofeo che in casa Anderlecht mancava da 14 anni. Il buon feeling con il gol ha però spinto Jacobs a proporlo interno destro in una mediana a tre, quando non addirittura ala oppure numero 10 alle spalle delle punte. Ma all’occorrenza, vedi quando nella stagione 09/10 Witsel frantumò la gamba di Wasilewski mettendone a rischio la carriera, il giocatore torna diligentemente nelle retrovie.
Fonte: La Gazzetta dello Sport - Extra Time
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