Protagonisti inaspettati per una qualificazione insperata. Vasili Berezutski e Aleksandrs Cauņa non rappresentano certamente la crema del CKSA Mosca, ma se oggi l’ex squadra dell’Armata Rossa si sta preparando ad affrontare la corazzata bianca del Real Madrid lo deve a questi due comprimari diventati improvvisamente protagonisti in una fredda serata milanese dello scorso dicembre. A quattro minuti dalla fine del match contro l’Inter, dalla bandierina del corner Cauna scodella sulla testa di Berezutski la palla del 2-1 finale che, complice il contemporaneo pareggio tra Lille e Trabzonspor, regala il passaggio del turno al club moscovita. Autore, fino a quel momento, di un torneo deludente, complice anche la messe di infortuni che avevano privato il tecnico Leonid Slutski di alcuni punti fermi della squadra: il portiere Akinfeev, il regista Honda, la punta Necid. Assenze che hanno frenato il cammino del CSKA, scivolato a meno 6 dallo Zenit in campionato, e capace di raccoglier in Champions, prima della notte di San Siro, una sola vittoria in casa contro il Trabzonspor.
La classe operaia ha portato il CSKA in paradiso. Il lituano Cauna, esterno sinistro offensivo, è la terza scelta dietro il cileno Gonzalez e il serbo Tosic (senza dimenticare che a volte anche Honda viene spostato a sinistra per lasciare spazio al centro al talento di Dzagoev); Vasili Berezutski invece dovrebbe essere, assieme al gemello Aleksey, uno dei pilastri della difesa dei moscoviti. Il condizionale però è d’obbligo vista la fragilità del pacchetto arretrato, che nel citato successo casalingo contro il Trabzonspor è riuscito a terminare una partita di Champions senza subire reti per la prima volta dal novembre 2006. Lo stesso Vasili Berezutski inoltre aveva dato il via, con un’autorete, al successo del Lille al Luzhniki di Mosca nella penultima giornata. Per portare i russi agli ottavi ci voleva un mezzo miracolo; a realizzarlo ci ha pensato proprio il difensore che aveva inguaiato la sua squadra.
L’uomo in più del CSKA però è stato, e rimane, l’ivoriano Seydou Doumbia, 33 reti nel 2011, 5 nei 5 incontri di Champions disputati, fresco vincitore in Russia del premio di calciatore dell’anno. Attaccante completo, forte fisicamente ma nel contempo agile e tecnico, Doumbia ha costituto un’ottima partnership con il brasiliano Vagner Love, al quale non ha mancato di rendere omaggio per la capacità di intesa quasi telepatica che intercorre tra i due. Bizzarro il destino: quando nel 2008 Vagner Love chiudeva la sua miglior stagione di sempre in Russia (29 gol in 33 partite, capocannoniere del campionato e – sei mesi dopo – anche della Coppa Uefa), Doumbia emigrava dal Giappone alla Svizzera passando dai Tokushima Vortis allo Young Boys per poco più di 300mila euro. Oggi la stella è l’ivoriano, che vanta una media realizzativa tre volte maggiore rispetto al compagno. Con una rete, quella allo scadere contro il Lilla in Francia, da vedere e rivedere per tecnica e rapidità d’esecuzione.
L’accoppiamento con il Real Madrid evoca nel tecnico Slutski ricordi dolci e amari, tutti riconducibili alla stagione 2009-2010, quando condusse il CSKA fino ai quarti di finale di Champions. Real Madrid significa infatti Spagna, terra dalla quale proveniva la compagine – il Siviglia – che i russi eliminarono agli ottavi; ma oggi Real Madrid è anche sinonimo di Josè Mourinho, l’uomo che mise fine ai sogni di gloria dei moscoviti non concedendo loro chance nel doppio confronto con la sua Inter lanciata verso la conquista della coppa. Sulla carta il divario, anche con un CSKA tornato finalmente a pieno organico, appare decisamente ampio.
Fonte: Guerin Sportivo - Regine di Champions
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