Il noto aforisma africano sul leone e la gazzella sembra scritto apposta per Ahmed Musa, neo attaccante del CSKA Mosca. Lui non ha mai perso tempo a chiedersi se fosse nato cacciatore o preda; semplicemente, ogni volta che sorgeva il sole, cominciava a correre. Più veloce della miseria, della fame, dei proiettili. Senza mai fermarsi, nemmeno quando è arrivata la tanto attesa chiamata dall’Europa, in quel calcio sognato da migliaia di giovani provenienti, come lui, dalle periferie dell’impero.
Quella di Musa si chiama Jos, città-polveriera della Nigeria. Chiuse le miniere di stagno, la convivenza tra cristiani e musulmani si è fatta ancora più difficile. Musa, figlio di immigrati, ha vissuto tutto sulla propria pelle, con un destino che non ha fatto sconti. A 12 anni ha dovuto abbandonare la scuola perché la sua famiglia aveva soldi solo per un pasto al giorno. A 13 un male incurabile gli ha portato via il padre, ex calciatore che sbarcava il lunario facendo l’autista. Poi sono arrivate le violenze interreligiose. Nel mezzo però una bella storia di solidarietà. Musa, il ragazzino veloce come una saetta, era conosciuto da tutti nel quartiere; così, una volta ammesso alla Aminchi Football Academy, la gente del luogo ha organizzato una colletta per regalargli ciò che non poteva permettersi, dalla tuta alle scarpe da calcio. Quattro anni dopo, con la maglia del Kano Pillars, lo Speedy Gonzales africano stabilisce il primato di gol stagionali nella massima divisione nigeriana: 18.
Nell’ottobre 2010 Musa, fresco maggiorenne, sbarca in Europa in una squadra dal nome improbabile, VVV, e in una città mai sentita nominare, Venlo. A lui però basta sapere di giocare in Olanda, il paese dove ha sfondato il suo idolo Nwankwo Kanu. Inizia un tour de force che lo vede calcare i campi da calcio per più di un anno senza mai fermarsi. Debutta in Eredivisie il 30 ottobre e chiude la stagione a fine maggio, contribuendo alla salvezza del VVV con 2 reti e 4 assist nei play-off. Poi vola in Nigeria in nazionale, quindi parte con l’under-20 per il Mondiale di categoria, dove brilla con 3 gol in 5 partite – le Aquile arriveranno ai quarti. A fine agosto la sua doppietta all’Ajax suscita scalpore: Musa – schierato punta centrale anziché ala - scende in campo nonostante stia osservando il periodo di Ramadan, eppure sembrano i difensori ajacidi quelli a digiuno.
Tra il 27 agosto e l’11 settembre il ciclo viaggiare-giocare-ripartire raggiunge il suo picco massimo: Musa vola da Enschede (rete al Twente) a Jos - per l’improvvisa scomparsa di un cugino; poi tappa in Madagascar per la Coppa d’Africa, quindi in Bangladesh a sfidare in amichevole l’Argentina di Messi, per finire con il ritorno a Venlo per affrontare il PSV Eindhoven. Stanco? Nemmeno per sogno. Il presidente del VVV Hai Berden lo vuole sempre in campo. Parla di “forza mentale impressionante” del ragazzo, ma da buon uomo d’affari ha già fiutato il bis dell’operazione Keisuke Honda, che due anni fa portò nelle classe del club 6 milioni di euro – record nella storia del VVV. Il De Koel pullula di osservatori, ma alla fine la spuntano ancora i russi del CSKA: 5 milioni di euro, che possono arrivare a 8 con i bonus. Il ragazzino che non poteva più andare a scuola adesso ride felice.
Fonte: La Gazzetta dello Sport - Extra Time
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