L’immagine pubblica di Leonid Slutsky è minima, e il suo curriculum vitae non è paragonabile a quello di Luciano Spalletti, con il suo Zenit il rivale numero uno del CSKA Mosca nella lotta per il titolo nazionale russo. Eppure il tecnico dell’ex squadra dell’Armata Rossa ha sempre dimostrato di saper fare bene il proprio lavoro. Costretto al ritiro dal calcio professionistico all’età di 19 anni per una brutta caduta da un albero, sul quale era salito per riportare a terra un gatto, da allenatore Slutsky è stato protagonista di una parabola ascendente che lo ha portato dal piccolo Uralan Elista a un top team come il CSKA, passando per FK Mosca e Krylya Sovetov. Nel 2009 un 38enne semi-sconosciuto prendeva il posto di un tecnico all’epoca molto considerato come Juande Ramos, che però a Mosca aveva fallito senza attenuanti. Un anno dopo Slutsky festeggiava l’approdo ai quarti di finale di Champions League, miglior risultato di sempre del club nella massima competizione europea. Fatale fu l’Inter di Mourinho.
Oggi ci sono ancora i nerazzurri sulla strada europea del CSKA Mosca, anche se Sneijder & co. si stanno dimostrando solo lontani parenti della macchina da guerra condotta alla vittoria dal tecnico portoghese. In condizioni normali i principali favoriti per la vittoria del girone sarebbero pertanto i russi. Slutsky però si trova costretto a gestire una situazione difficile, derivante nel suo caso non da una crisi tecnica ma dalla raffica di infortuni che ha colpito la squadra. Tra agosto e i primi di settembre sono finiti ko quattro titolari: il portiere Igor Akinfeev, il difensore Georgi Shennikov, il play Keisuke Honda e la punta Tomas Necid. L’assenza più grave riguarda quella dell’estremo difensore, miglior portiere russo ma anche perno principale di un reparto arretrato che per offrire prestazioni ottimali necessita la guida di un leader. Non appartengono a questa categoria né Sergey Chepchugov né il neo-acquisto Vladimir Gabulov, arrivato in prestito dall’Anzhi. I primi segnali arrivati dal campionato non sono stati confortanti.
L’infortunio di Honda impedisce per contro a Slutsky di godere il frutto del suo capolavoro tattico, ovvero far convivere nel 4-4-2 il giapponese con l’altro fantasista della squadra, Alan Dzagoev, entrambi schierati esterni a supporto della coppia d’attacco Vagner Love-Seydou Doumbia, attualmente priva di un sostituto di livello dopo l’uscita dalle scene di Necid. Molto probabile quindi, nel caso di assenza di una delle due punte, il passaggio a un 4-2-3-1 con Zoran Tosic a sinistra, Dzagoev centrale e il liberiano Sekou Oliseh a destra. Più del perennemente malato di saudade Vagner Love, l’uomo-gol del CSKA è l’ivoriano Seydou Doumbia, cecchino implacabile tanto in campionato quanto in Champions (doppietta al Lille alla prima giornata). E pensare che è fuori sia dalla top 50 dei giocatori più pagati nel campionato russo, sia dalla top 10 di quelli del CSKA.
LA STELLA - Seydou Doumbia
Nel 2008 giocava nella B giapponese, poi con lo Young Boys 50 reti in due anni e due titoli consecutivi – il primo dei quali con solo la metà delle presenze da titolare - di capocannoniere della Super League svizzera. Già a quota 20 gol stagionali nel 2011-12.
Fonre: Guerin Sportivo
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