E sono 22. Domenica Jari Litmanen ha incamerato l’ennesimo trofeo della sua infinita carriera, vincendo la Veikkausliiga finlandese con l’HJK Helsinki. Un successo, ampiamente previsto, arivato una settimana dopo la vittoria della coppa nazionale, un 2-1 al KuPS ottenuto grazie al sostanzioso contributo del 40enne campione, autore di uno splendido tiro al volo dalla distanza che ha sbloccato il risultato. Per Litmanen, che ha saltato buona parte della stagione per gli ormai cronici problemi fisici (lo chiamavano “uomo di vetro” già ai primi tempi dell’Ajax, figuriamoci oggi con quasi il doppio degli anni sulle spalle), ecco l’ulteriore arricchimento di una bacheca personale già ben fornita.
Tra poco inizierà il solito tormentone, ormai un classico negli ultimi inverni finlandesi: si ritira o continua per un altro anno? Perchè nulla è scontato quando si parla di uno dei pochi giocatori ad aver attraversato da professionista quattro decadi – 1980 (debutto il 3 maggio 1987 in un incontro tra Reipas Lahti e Koparit), 1990, 2000, 2010. Non è nemmeno chiuso il capitolo nazionale, ormai fermo al 2010 quando Jari, arrivato alla presenza numero 137 con una maglia indossata per la prima volta 21 anni e 26 giorni prima, trasformò un rigore contro San Marino togliendo a John Aldridge il primato di giocatore più anziano a segnare in una partita valevole per gli Europei. Del resto Litmanen non ha mai annunciato il proprio ritiro dalla nazionale, e se un domani si mettesse ancora a disposizione, quale ct potrebbe rifiutarsi di convocare l’idolo di tutta la Finlandia?
Per rendersi conto della status raggiunto da Litmanen in Finlandia, bisogna andare oltre numeri, reti, squadre e statistiche varie. Nel 2004 è stato incluso nei 100 personaggi che hanno fatto la storia della Finlandia. Sei anni dopo è diventato il primo calciatore al quale è stata eretta una statua in suo onore; il monumento, costato 80mila euro, è stato simbolicamente inaugurato a Kisapuisto (Lahti) il 10-10-2010. A breve il regista Mika Kaurismaki girerà un documentario su di lui (“sarà un’opera sull’uomo che si cela dietro il mito”, ha dichiarato l’artista), mentre l’istituto di credito Sampo ha emesso una nuova carta di credito raffigurante il nostro – un “onore” riservato solamente alle più alte personalità finlandesi, quali ad esempio l’ex presidente Uhro Kekkonen o l’atleta Lasse Viren, maratoneta che vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi del 192 e del 1974.
Un mito indiscutibile al quale però non manca anche qualche nemico. Gente di Lahti, che lo scorso aprile ha incendiato la sua statua. Motivo? Vendicare il “tradimento” per il passaggio, consumatosi a gennaio, dal Lahti ai nemici storici dell’HJK. Vivendo ormai da tempo a Tallin, per Litmanen cominciava a diventare pesante il viaggio giornaliero fino a Lahti per gli allenamenti. Ma la rivalità tra Lahti e HJK, più sentita dai primi nei confronti dei secondi, è particolarmente forte. Essa affonda le proprie radici tra gli anni Sessanta e gli Ottanta, quando prima il Reipas (club nel quale ha mosso i primi passi Jari, proseguendo una lunga tradizione della famiglia Litmanen) e poi il Kuusysi lottavano ai vertici contro il club della capitale. Le due società si sono fuse nel 1986 originando il Lahti. Nel 2010 il club è retrocesso nel Ykkonen ma, a dispetto del ridimensionamento, certe rivalità non finiscono mai. Nemmeno di fronte a una leggenda di un paese intero.
Fonte: Guerin Sportivo
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