Quando la giornata è quella giusta esiste un solo modo per fermare Elijero Elia: con la forza. Una gomitata in faccia, come fece l’ex genoano Rafinha in Coppa Uefa, oppure una ripetuta serie di calcioni, soluzione optata dallo spagnolo del Manchester City Zabaleta. Non a caso in Olanda Elia è soprannominato Road Runner, come il noto personaggio dei cartoni animati conosciuto da noi come Beep Beep. Devastante in progressione, rapidissimo nel gioco di gambe, l’esterno oranje non è un cliente facile per nessuno. Talvolta nemmeno per la propria squadra, a causa di una certa anarchia tattica. Proprio qui risiede la sfida di Conte: disciplinare e dare più sostanza a un giocatore tecnicamente indiscutibile ma spesso troppo individualista.
Nato a Voorburg nel 1987, Elia è stato scartato dal vivaio dell’Ajax perché ritenuto fisicamente troppo gracile. Gli ajacidi però hanno dovuto ricredersi quando ha debuttato nel professionismo a 17 anni con gli acerrimi nemici dell’ADO Den Haag. Poi è passato al Twente, dove ha trovato in Steve McClaren l’uomo giusto per fare il salto di qualità. Sebbene sia un destro naturale, l’inglese schiera Elijero (il nome deriva dalla passione dei genitori per il cantante jazz Al Jarreau) ala sinistra del tridente. Una posizione che lo porterà dritto in nazionale – esordio il 5 settembre 2009, prima rete quattro giorni dopo contro la Scozia – e alla vittoria del Johan Cruijff Prijs, riconoscimento al miglior giovane talento dell’anno in Eredivisie. Nel 2010, dopo essersi trasferito all’Amburgo, c’è anche lui nella rosa dell’Olanda che in Sudafrica si laurea vice-campione del mondo.
Con il suo repertorio fatto di scatti, finte e accelerazioni, in campo è difficile mettere le briglie a Elia; fuori però non lo è meno. In più di un’occasione l’olandese ha sperimentato gli effetti negativi del web, trovandosi al centro di polemiche per battute poco felici su marocchini e omosessuali. Lo scorso maggio si è separato dalla compagna Sanne, tornata in Olanda con la loro bambina dopo l’ennesima lite furibonda. E i rapporti turbolenti con lo staff tecnico dell’Amburgo sono stati alla base della sua deludente seconda stagione – dopo una prima molto positiva - con il club anseatico. Elia rimane un treno che corre veloce. Alla Juventus dovranno stare attenti a non farlo deragliare.
Fonte: Il Giornale
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