Dopo il sorpasso, inatteso, ecco il piu' prevedibile allungo. Il Twente ha saputo approfittare del doppio stop consecutivo del Psv Eindhoven, prima fermato (non senza polemiche) a Breda, quindi demolito all'Amsterdam ArenA, portanodsi in vetta alla classifica con un vantaggio di cinque punti sul club della Philips e di sei sull'Ajax. Sugli scudi, ancora una volta, il costaricano Bryan Ruiz, autore lo scorso week-end della doppietta che ha permesso ai Tukkers di cancellare il vantaggio lampo dell'Ado Den Haag e di aggiudicarsi i tre punti in palio, chiudendo poi con perentorio 3-1.
Il rendimento mostrato da Ruiz in Eredivisie sta andando ben oltre le più rosee previsioni. Ad Enschede il nazionale costaricano ha impiegato solo poche partite per far dimenticare Marko Arnautovic, contribuendo a suon di reti (è attualmente vice-capocannoniere della Eredivisie con 19 reti in 27 partita, media di un gol ogni 70 minuti) e assist a mantenere la squadra di Steve McClaren in corsa per il titolo e per la Coppa d'Olanda, dove i Tukkers sono attesi in semifinale dal Feyenoord. Ha iniziato come ala sinistra nel tridente, poi è stato spostato a destra, infine ha giocato da numero 10 alle spalle delle punte, la posizione che ricopriva quando attirò per la prima volta, nell’estate del 2006, l’interesse di un club europeo. Erano i belgi del Gand, il cui allora manager Michel Louwagie era alla ricerca di un trequartista per sostituire Mbark Boussoufa, appena ceduto all’Anderlecht. La visione della sfida di vertice del campionato costaricano tra Deportivo Saprissa e Alajulense (il club in cui militava Ruiz, e con il quale nel 2004 aveva vinto la Coppa Campioni del CONCACAF) ha fatto scoccare la scintilla nei confronti di questo talento nato a San Josè il 18 agosto 1985. In Belgio Ruiz parte a rilento, fino a quando l’arrivo del maestro di calcio norvegese Trond Sollied lo reinventa ala sinistra. L’anno successivo, sotto la gestione Michel Preud’Homme, il costaricano centra la sua miglior stagione da professionista: 18 reti e 14 assist totali, numeri che comprendono anche le partite disputate con la nazionale, e l’elezione quale miglior straniero del campionato belga 2009/2009. In estate si trasferisce al Twente per 5.5 milioni di euro, giocatore più costoso dell’ultima Eredivisie. Attualmente ne vale il triplo e, a differenza del suo alter ego sulla fascia sinistra, lo slovacco di proprietà del Chelsea Miroslav Stoch (bravo, ma non ancora a tal punto da cancellare la nostalgia per Eljero Elia, come invece Ruiz ha saputo fare con Arnautovic) Ruiz rappresenta per i Tukkers un capitale da valorizzare. Come sempre, con una mano sul cuore e l’altra sul portafoglio.
Ho appena terminato di leggere il tuo bellissimo libro La rivoluzione dei tulipani. Ben scritto, ben documentato, appassionante per uno che, come te, ama l'Olanda e il calcio olandese (tifo però Ajax). Ti segnalo tre errori che ho trovato: 1) il Twente nella finale Uefa perse 1-5 in casa dopo aver fatto 0-0 in Germania; 2) l'AZ '67 giocò il ritorno della finale di coppa Uefa ad Amsterdam e non ad Alkmaar; 3) la prima squadra estera di Makaay fu il Tenerife. Non mi è piaciuta la scelta di mettere una foto di Pellé. Comunque compliementi e saluti.
RispondiEliminaAndrea Capponi
Grazie mille per i complimenti e, soprattutto, per le segnalazioni, davvero preziose. Purtroppo il libro ha diversi refusi, perche' evidentemente non e' stato fatto un buon editing. Queste imprecisioni pero' sono tutte...farina del mio sacco.
RispondiEliminaMi assumo la responsabilita' anche della scelta di Pelle'. Oggi non lo rifarei.