Una volta Ajax-Juventus valeva la finale di Coppa dei Campioni. Nel 1973 fu sufficiente un’inzuccata di Johnny Rep dopo cinque minuti per regalare agli olandesi la loro terza coppa consecutiva. Nel 1996 la Juventus si prese la propria rivincita ma dovette aspettare i calci di rigore dopo l’1-1 firmato Ravanelli e Litmanen. Nella prima decade del nuovo millennio i due club devono accontentarsi dell’Europa League. Delle tribolazioni bianconere, passate e presenti, sappiamo tutto. Per quanto riguarda quelle dell’Ajax, è sufficiente un dato: il titolo nazionale manca ad Amsterdam dal 2004. Era la squadra di Zlatan Ibrahimovic, Christian Chivu e di un piccolo ma talentuoso esordiente arrivato dalle giovanili: Wesley Sneijder. Da quel momento, sei allenatori cambiati in cinque anni e un tourbillon di acquisti/cessioni alla ricerca di una competitività mai pienamente ritrovata. Almeno fino all’arrivo sulla panchina, la scorsa estate, di un tecnico esperto come Martin Jol, ex Amburgo e Tottenham Hotspurs, bravo nel ricostruire l’identità degli ajacidi, trasformando un insieme di individualità assortite alla meno peggio (vedi la gestione Van Basten della scorsa stagione) in una vera e propria squadra.
Per la Juventus l’avversario di oggi può essere il beniamino di domani. L’attaccante uruguaiano Luis Suarez, stella indiscussa dell’Ajax, è infatti da tempo uno degli obiettivi di mercato bianconeri, i quali possono oltretutto contare sui buoni rapporti con il suo agente, l’ex juventino Daniel Fonseca, procuratore anche di Martin Caceres. Per Suarez parlano i numeri: 81 reti e 45 assist in tre anni con l’Ajax, 35 gol segnati solamente nell’attuale stagione, dove spiccano una sestina realizzata al WHC in Coppa d’Olanda e un poker calato al Roda due settimane fa in campionato. Oggi con il serbo Marko Pantelic, arrivato a parametro zero dall’Herta Berlino, Suarez forma una coppia-gol affiatata e dalle molteplici soluzioni.Detto di una mediana che ha trovato nel playmaker Demy de Zeeuw, il cervello dell’Az Alkmaar di Louis van Gaal campione d’Olanda lo scorso anno, quel leader che mancava dai tempi della cessione di Sneijder al Real Madrid, va evidenziato come l’undici titolare dell’Ajax sia composto per più della metà da giocatori prodotti dal vivaio. Il portiere (Stekelenburg), tutta la linea difensiva (Van der Wiel, Vertonghen, Alderwiereld, Anita), un interno di centrocampo (Siem de Jong) e un’ala (Emanuelson). Un esempio che la Juventus, vincitrice del Torneo di Viareggio per il secondo anno consecutivo, farebbe bene a non ignorare.
Fonte: Il Giornale
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