Tutto come da pronostico nel Gruppo B, il girone monco per il ritiro del Togo dopo l’agguato nella Cabinda. Avanti Costa d’Avorio e Ghana, senza particolari guizzi. Sulla carta gli ivoriani sono la squadra migliore di tutta la Coppa d’Africa, e lo sanno bene. Basta però una squadra chiusa a riccio e impostata esclusivamente sul contenimento (il Burkina Faso dell’esordio) per bloccare la banda Halilhodzic. Che è tornata grande invece quando l’avversario, in questo caso il Ghana, ha provato a giocare la partita. Gli Elefanti hanno ottenuto una vittoria ed un pareggio, incassando una sola rete, peraltro a tempo scaduto su un calcio di rigore inventato. Tutto ciò nonostante ben pochi elementi abbiano offerto prestazioni sopra la sufficienza; i terzini Emmanuel Ebouè (miglior in campo all’esordio, ma espulso nel match successivo) e Siaka Tienè (gran gol su calcio piazzato contro il Ghana), il play Yaya Tourè (meglio nel secondo incontro) e l’attaccante esterno Salomon Kalou (più efficace come titolare che da subentrato). Ma non è forse esclusiva delle grandi squadre ottenere risultati senza incantare? Certamente ancora meno ha fatto il Ghana, pur con tutte le scusanti di una selezione martoriata dagli infortuni (ultimo della lista, Micheal Essien). Contro il Burkina Faso sono scesi in campo due classe 88, due 89 e due 90. Squadra promossa dal punto di vista del collettivo, solido, organizzato, fisicamente tosto; ha però latitato il gioco, spesso affidato a spunti individuali (sugli scudi Samuel Inkoom e Haminu Draman, dominatori assoluti della fascia destra). Non a caso il migliore della selezione è stato, finora, un interditore: il neo-doriano Emmanuel Agyemang Badu. Tutt’ora da risolvere l’atavico problema della prima punta: Matthew Amoah, che nemmeno in Olanda sta vivendo la sua stagione migliore, non basta. Un po’ di amaro in bocca infine per il torneo disputato dal Burkina Faso, nazionale che dalla metà campo in avanti poteva disporre di elementi di valore quali Yssouf Konè, Moumouni Dagano (12 reti nelle qualificazioni a Sudafrica 2010), Charles Kaborè e Jonathan Pitroipa (il migliore dei suoi, un maratoneta presente ovunque in campo). Poteva insomma scapparci la sorpresa, invece si torna a casa con zero reti segnate in due partite.
(2-continua)
Noto con piacere che Inkoom ha impressionato anche te. Io rimasi folgorato dal ragazzo nella Coppa d'Africa Under 20 dello scorso anno, e devo ammettere che sta mantenendo le promesse.
RispondiEliminaPersonalmente mi ricorda Maicon: piedi buonissimi, abbianati a quella capacità di iniziare l'azione da dietro, rigorosamente con la palla attaccata al destro, che contraddistingue(va?, il Colosso non è più lui da tempo, probabilmente a causa dell'imminente chiamata di Dunga per i Mondiali) il terzino nerazzurro. In comune con lui anche la costante doppia soluzione offerta in fase offensiva: linea di fondo per il cross o incuneamento centrale.
P.S.: Alec, che ne diresti se ci scambiassimo i link?
Le prime volte che vidi Inkoom non mi piacque granchè. Era appena arrivato al Basilea, e le sue prestazioni mi lasciarono alquanto perplesso, soprattutto per quanto riguardava la fase difensiva. Ricordo una pessima partita a Bellinzona, dove i granata (che non annoveravano certo dei Messi tra le proprie fila) che facevano il bello ed il cattivo tempo sulla fascia di sua competenza.
RispondiEliminaLa scintilla anche per me è scoccata al Mondiale under-20, dove ho ritrovato un giocatore maturo e bravo nel coprire tutto l'out destro, sia come esterno alto che
basso. In Svizzera il Basilea, dopo un pessimo inizio, è cresciuto fino a diventare la seconda forza del campionato, e Inkoom è cresciuto in egual misura. Probabilmente il mix campionato nuovo + squadra in crisi di identità, che il giovane Inkoom ha trovato lo scorso luglio, deve aver inciso sul suo inizio poco convincente. Adesso invece corre come un treno; ciò che sta facendo ad Angola 2010 è la più bella delle conferme.